Coronavirus, balzo di casi negli Usa: in 24 ore più di 37 mila contagi

Coronavirus, balzo di casi negli Usa: in 24 ore più di 37 mila contagi
Venerdì 26 Giugno 2020, 06:35 - Ultimo agg. 13:26
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Balzo dei casi di coronavirus negli Stati Uniti. Nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati 37.077 con 692 morti, secondo i dati dei Centers for Disese Control and Prevention americani.

Sono più di 9,6 milioni i casi di coronavirus nel mondo. È quanto emerge dall'ultimo aggiornamento della Johns Hopkins University che parla di 9.609.844 contagi. A livello globale si registrano almeno 489.318 decessi. Gli Stati Uniti restano il Paese più colpito con 2.422.310 casi e 124.416 vittime.



Intanto l'America Latina è in apprensione di fronte alla pandemia da coronavirus che l'ha investita e della quale per il momento non si registra alcuna attenuazione, mentre nelle ultime 24 ore i contagiati hanno raggiunto quota 2.279.146 (+58.789) e i morti confermati sono 104.785 (+1.800). È quanto emerge oggi da una elaborazione statistica realizzata dall'ANSA sulla base dei dati ufficiali di 34 nazioni e territori latinoamericani. Nella regione il Brasile continua la sua corsa solitaria da leader, secondo nel mondo solo agli Stati Uniti, sia per contagi (1.228.114, +39.483) che per morti (54.971, +1.141). Seguono il gigante sudamericano il Perù (268.602 e 8.761) ed il Cile (259.064 e 4.903). Sette paesi seguono con contagi superiori ai 20.000: Messico (202.951 e 25.060), Colombia (80.599 e 2.654), Ecuador (53.156 e 4.343), Argentina (52.457 e 1.150), Repubblica Dominicana (29.141 e 698), Panama (28.030 e 537) e Bolivia (27.487 e 876). 

In Yemen si rischia «un collasso economico totale», dato che la situazione economica sta andando verso «una calamità senza precedenti» per il taglio degli aiuti in concomitanza con la crisi causata dal coronavirus. Lo ha dichiarato il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite (Ocha), Mark Lowcock, rivolgendo un appello ai donatori, perché aumentino finanziamenti umanitari e portino valute nella Banca centrale. Circa l'80 per cento della popolazione dello Yemen fa affidamento sugli aiuti a causa della guerra in corso da sei anni e che ha diviso il paese in una zona a nord, controllata dai miliziani sciiti Houthi sostenuti dall'Iran, e il sud dove è stato trasferito il governo appoggiato dall'Arabia Saudita. Notevole anche la svalutazione del rial yemenita, che nel cambio con il dollaro si è indebolito nelle ultime settimane a circa 620 a nord e 750 a sud e potrebbe raggiungere i mille entro la fine dell'anno, ha dichiarato Lowcock al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 
«I prezzi del cibo sono aumentati del 10-20 per cento in alcune aree solo nelle ultime due settimane. Senza nuove iniezioni di valuta forte, questo peggiorerà», ha detto Lowcock, aggiungendo che «l'economia dello Yemen sta andando verso una calamità senza precedenti». Nel 2018, l'Arabia Saudita ha depositato 2,2 miliardi di dollari presso la banca centrale controllata dal governo sostenuto dai sauditi per stabilizzare la valuta e facilitare le importazioni. «Ma quei fondi sono quasi esauriti e nessuno si è fatto avanti per colmare il divario», ha detto Lowcock.

Inoltre, le rimesse inviate a casa dagli yemeniti che lavorano all'estero potrebbero essere diminuite dal 50 e al 70% da quando il coronavirus ha iniziato a incidere su altre economie, ha affermato il rappresentante dell'Onu.

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