​Coronavirus, Trump: «Mi hanno dato del razzista, ma l’America è al sicuro»

Coronavirus, Trump: «Mi hanno dato del razzista, ma l’America è al sicuro»
di Luca Marfé
Giovedì 27 Febbraio 2020, 13:58
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«Stiamo facendo un grande lavoro».

Donald Trump celebra come sempre se stesso in una conferenza stampa sul Coronavirus.
Mai come questa volta, però, lo sfoggio di certezza e sicurezza appare quanto meno prematuro.

«Il rischio per i cittadini americani rimane molto basso e noi siamo stati bravissimi a contenerlo», afferma con fare tronfio mentre cede la parola a Mike Pence.

Il vicepresidente viene nominato alla testa di una sorta di task force che si occuperà di seguire l’emergenza a livello mondiale e, naturalmente, di studiarne tutte le contromosse che l’amministrazione a stelle e strisce valuterà come necessarie.



Proprio mentre va in scena l’orgoglio della Casa Bianca, però, dalla California si diffonde la notizia del primo contagiato, che peraltro non avrebbe avuto alcun contatto con la Cina o con i focolai cinesi.
Il primo caso, insomma, di trasmissione indiretta.

La statistica resta comunque pari a “zero” in un Paese di circa 330 milioni di persone.
Ma suggerirebbe, appunto, una prudenza mediatico-politica che tuttavia Trump non ha conosciuto mai.

Fatto sta che per il momento ha ragione lui. Che, tanto per cambiare, non esita a rilanciare.

«Abbiamo preso tutti i provvedimenti necessari, se non avessimo respinto persone da determinate aree, non staremmo parlando in questo modo».

E, ancora più chiaro: «i democratici mi hanno dato del razzista, ma la verità è che l’America è al sicuro».

“Grazie a me”. Non lo dice, ma evidentemente lo pensa.

Sotto la lente di ingrandimento, neanche a dirlo, anche l’Italia.
Un Paese che Trump descrive come «in grande difficoltà», ma cui per ora non sbarra le porte dei voli.
Riservandosi di rivalutare il dossier Roma qualora i numeri continuassero a salire.

Nessun isterismo, però.
Né della politica né dei media.
Né, quasi incredibilmente, di Donald Trump.

Forse, almeno per una volta e a tutti i livelli, faremmo bene a prendere appunti dagli americani.
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