Coronavirus negli Usa: «Niente respiratori per i disabili. Più di dieci stati decidono chi salvare»

Coronavirus negli Usa: «Niente respiratori per i disabili». Più di dieci stati decidono chi salvare
Coronavirus negli Usa: «Niente respiratori per i disabili». Più di dieci stati decidono chi salvare
di Emiliana Costa
Mercoledì 25 Marzo 2020, 21:56 - Ultimo agg. 26 Marzo, 08:58
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Coronavirus negli Usa: «Niente respiratori per i disabili. Più di dieci stati decidono chi salvare». Come riporta un articolo del quotidiano Avvenire, più di dieci stati americani avrebbero scelto le tipologie di pazienti a cui dare priorità nella terapia intensiva.

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In Tennessee, sarebbero «escluse» le persone affette da atrofia muscolare spinale. In Minnesota, i pazienti Covid-19 con cirrosi epatica, malattie polmonari e scompensi cardiaci a non avrebbero diritto al respiratore. «Nello Stato di Washington - continua l'articolo - così come in quelli di New York, Alabama, Tennessee, Utah, Minnesota, Colorado e Oregon, i medici sono chiamati a valutare il livello di abilità fisica e intellettiva generale prima di intervenire, o meno, per salvare una vita».



Con qualche settimana di ritardo, l'epidemia di coronavirus è arrivata negli Usa. E gli stati starebbero fornendo ai medici delle linee guida per scegliere a chi dare priorità nelle cure. Secondo Avvenire, fra circa 36 stati che hanno reso noto i loro criteri, una decina prenderebbe in considerazione parametri intellettivi e altri parlerebbero di «condizioni  precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili».

L’Alabama sarebbe il caso più eclatante. Nel suo documento intitolato Scarce Resource Management si sosterrebbe che i «disabili psichici sono candidati improbabili per il supporto alla respirazione».

Ma anche termini contenuti nelle linee guida di Washington, «capacità cognitiva», o di Maryland e Pennsylvania, «disturbo neurologico grave», hanno suscitato l’allarme delle associazioni di difesa dei disabili.Già tre gruppi (Disability Rights Washington, Self-Advocates in Leadership, The Arc of the United States) hanno fatto causa allo Stato di Washington per impedire l’entrata in vigore dei criteri per l’accesso alle cure salvavita per il Covid-19.

«Le persone affette da disabilità sono terrorizzate che se le risorse si fanno scarse, verranno inviati in fondo alla fila – sostiene Ari Ne’eman, docente al Lurie Institute for Disability Policy dell’Università Brandeis –. E hanno ragione, perché molti Stati lo affermano in modo abbastanza esplicito nei loro criteri».
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