Coronavirus, Zaky resta in carcere: udienza rinviata per la quinta volta. «A rischio contagio»

Coronavirus, Zaky resta in carcere: udienza rinviata per la quinta volta. «A rischio contagio»
Coronavirus, Zaky resta in carcere: udienza rinviata per la quinta volta. «A rischio contagio»
Lunedì 13 Aprile 2020, 15:56 - Ultimo agg. 18:00
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Lo studente Patrick George Zaky resta in carcere in Egitto al Cairo: per lui l'udienza è stata rinviata ancora al 21 aprile, a causa, sembrerebbe, del coronavirus. E' il quinto rinvioPatrick è detenuto dal 7 febbraio (ufficialmente dall'8 dopo il controverso fermo del giorno prima) e il 7 marzo vi era stato il secondo rinnovo quindicinale della detenzione. Da allora, per tre volte a marzo e da ultimo il 6 aprile, l'udienza è stata sempre rinviata formalmente a causa della pandemia di Covid-19 che in Egitto ha superato i duemila casi facendo quasi 150 vittime. 

E insorge Amnesty International «Continua questo calvario, per la quinta volta consecutiva l'udienza per determinare il proseguimento della detenzione preventiva non si è svolta e Amnesty International continua a chiedere che Patrick Zaky sia rilasciato», tuona Ricardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. «È innocente, ma soprattutto è a rischio di contagio da Covid-19 in quanto è asmatico. Le condizioni igienico sanitarie e il sovraffollamento della prigione in cui si trova possono favorire la diffusione della pandemia - ha aggiunto Noury - e in questa situazione in cui di fatto l'attività giudiziaria in Egitto è ferma, non è possibile che Patrick rimanga a languire, è a rischio la sua vita».

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Oggi è arrivata la notizia dalla sua legale, Hoda Nasrallah. L'udienza che è stata rinviata è strategica: deve essere deciso se prolungare di altri 15 giorni la custodia cautelare di Zaky, lo studente egiziano dell'università di Bologna in carcere al Cairo con l'accusa di propaganda sovversiva. Come i precedenti anche questo rinvio è dovuto al coronavirus ed ha riguardato anche altri casi all'esame della Procura.

Nel Paese vige un coprifuoco serale-notturno, blocco dei cieli e la chiusura dei luoghi di aggregazione come ristoranti e moschee in cui non sarà consentita la preghiera nemmeno durante il mese del digiuno sacro islamico del Ramadan. I tribunali sono chiusi, ricorda una fonte informata al Cairo. Fra le accuse a carico di Patrick, basate su un account Facebook che la difesa considera gestito da altri, vi sono «diffusione di notizie false», «incitamento alla protesta» e «istigazione alla violenza e ai crimini terroristici». La famiglia, preoccupata per la sorte del giovane che soffre di asma, ha potuto vederlo nel carcere cairota di Tora l'ultima volta oltre un mese fa, il 9 marzo.

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