Cosa aspettarsi dal terzo summit inter-coreano

Cosa aspettarsi dal terzo summit inter-coreano
di Erminia Voccia
Martedì 18 Settembre 2018, 17:16 - Ultimo agg. 20:55
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«L'intero mondo ci sta guardando, spero potremo mostrare a tutti i frutti della pace e della prosperità», il presidente sudcoreano Moon Jae in visita in Corea del Nord ha espresso ottimismo riguardo colloqui con il leader nordcoreano Kim Jong un. Una folla entusiasta di cittadini nordcoreani, lanci di fiori e grida di gioia hanno dato benvenuto al presidente del Sud che è atterrato a Pyongyang martedì 18 settembre per partecipare al terzo summit inter-coreano dallo scorso aprile.

Moon è stato accolto anche dalle bandiere che mostravano la Corea unita, una penisola azzurra su uno sfondo bianco. Il leader del Nord ha abbracciato guancia a guancia Moon dandogli una doppia stretta di mano, a voler suggellare l'inizio di un vertice che si preannuncia ricco di simbolismi. I lavori del summit proseguiranno mercoledì 19 e si concluderanno con una cena formale giovedì 20 settembre. Ad accompagnare i due leader coreani ci sono anche le rispettive consorti, Kim Jung-sook, moglie del presidente Moon, e l'ex cantante Ri Sol-ju, moglie di Kim Jong-un. Le due first lady hanno fatto tappa al Okryu Children's Hospital, il più grande ospedale pediatrico della Corea del Nord.
 

Moon Jae in è il terzo presidente sudcoreano a visitare la capitale del Nord ma è il primo ad essere ricevuto al quartier generale della Commissione Centrale del Partito dei Lavoratori a Pyongyang. Il vertice è il quinto summit inter-coreano della storia, dopo quelli del 2000 e del 2007 e i due del 2018. Moon conta molto su questo incontro con Kim per dare nuovo slancio alle trattative sulla denuclearizzazione, considerato anche lo stallo apparente dei negoziati tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Il confronto sembra aprirsi con le migliori prospettive, vista la vicinanza manifestata da Kim verso Moon. Kim avrebbe dato segni del suo impegno a denuclearizzare il Paese, ordinando di smantellare il suo maggiore sito per la produzione di missili. Anche se non ha interrotto il programma atomico, la Corea del Nord ha confermato la volontà di iniziare il processo di denuclearizzazione attraverso un articolo pubblicato sul quotidiano Rodong Sinmun lo scorso 15 settembre.

Lo scopo del summit è fare ulteriori progressi nella realizzazione degli obiettivi già sottoscritti il 27 aprile a Panmunjom, il villaggio situato nella zona demilitarizzata lungo il confine tra i due Paesi. La Dichiarazione di Panmunjom conteneva 13 clausole abbastanza specifiche su progetti da portare avanti per la costruzione di relazioni solide e pacifiche e per garantire alla penisola coreana una certa prosperità futura. Non a caso Moon è accompagnato da un team costituito da quasi 200 persone tra diplomatici e dirigenti d'azienda. Nella squadra del presidente c'è anche il vicepresidente della Samsung LeeJae-yong.



Moon è alla ricerca di risultati irreversibili che possano rimpiazzare anni di ripensamenti e di promesse mancate da parte del Nord. Per conquistare la fiducia del pericoloso vicino sul dossier nucleare Moon sta cercando di puntare sulla cooperazione economica e su summit periodici. Non a caso il 14 settembre è stato inaugurato l'ufficio di collegamento tra Nord e Sud nella città nordcoreana di Kaesong, dove fino al 2016 sorgeva un distretto industriale inter-coreano chiuso a causa delle minacce di Kim e dell'aumento delle tensioni militari. La collaborazione riguarda anche il progetto della linea ferroviaria che dovrebbe scorrere lungo la penisola e collegare tra loro i due Paesi. Le ambizioni di Moon incontrano i desideri di Kim, già impegnato nel tentativo di far risorgere l'economia nordcoreana. Ad aprile Kim aveva ammesso che lo stato delle infrastrutture nordcoreane fosse assolutamente inadeguato e nei mesi scorsi ha fatto un tour tra i maggiori centri industriali del Paese. Kim inoltre, vede il processo di denuclearizzazione strettamente legato allo sviluppo economico.

Nell'agenda del summit ci sono anche le questioni militari. Su questo non è stato ancora raggiunto alcun risultato concreto, ma uno dei punti che potrebbero essere citati nella dichiarazione finale di giovedì 20 settembre è il taglio delle unità stanziate lungo la zona demilitarizzata tra le due Coree. Un gesto di questo tipo confermerebbe l'impegno congiunto verso la stipula di un trattato di pace che manca dal 1953. Moon ha però bisogno dell'appoggio dell'Assemblea Nazionale per raggiungere i suoi obiettivi in Corea del Nord, un appoggio che potrebbe non arrivare dai partiti più conservatori e dai sudcoreani scontenti dal modo in cui ha gestito l'economia.
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