La campagna indiana di vaccinazioni anti Covid-19, aperta da giugno a tutti i maggiorenni, rallenta il passo: contrariamente all'obiettivo che il governo aveva annunciato a maggio, il paese non riuscirà a somministrare mezzo miliardo di vaccini entro la fine di questo mese. Stando agli ultimi dati del ministero alla Salute, invece dei 516 milioni di dosi promesse da Delhi, ne sono state somministrate 430, in ogni caso più di ogni altro Paese al mondo, dopo la Cina. Per coprire con due dosi almeno un terzo della sua popolazione (un miliardo trecento milioni) l'India dovrebbe triplicare l'attuale ritmo della campagna. Ma gli esperti fanno notare che una simile accelerazione è impossibile.
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Il primo ostacolo concreto viene dalla farmaceutica Bharat Biotech, il laboratorio che produce il Covaxin, il vaccino interamente sviluppato in India. Il neo ministro alla Sanità Mansukh Mandaviya ha informato il Parlamento che, mentre si attendevano tra i 50 e i 70 milioni di dosi tra luglio e agosto, per ritardi nella linea produttiva di Bangalore, l'azienda ne fornirà solo 25 milioni, questo mese e 35 in agosto. Ci sono poi le difficoltà logistiche, dalla vastità del paese, alle caratteristiche geografiche, all'inesistenza di una rete sanitaria che copra l'intero territorio. Come accade durante le elezioni nazionali, le squadre di vaccinatori inviate dal governo cercano di raggiungere i villaggi e le comunità più remote con tutti i mezzi, con spostamenti che durano giorni, spesso a piedi, su sentieri mal tracciati, addirittura usando ponti sospesi. Per poi doversi scontrare con la reticenza e la paura della gente, dovute alla scarsa informazione e alla diffidenza proverbiale verso le vaccinazioni di massa imposte dal governo. Tra le classi urbane più colte, invece, ci si culla nella convinzione che il paese, con la seconda devastante ondata della scorsa primavera, abbia finalmente raggiunto l'immunità di gregge; della quale l'India, tuttavia, sottolineano gli epidemiologi, si è già illusa, con le note conseguenze drammatiche alla fine del 2020.