Non una candidatura ufficiale, ma quasi: «Ci riprenderemo la Casa Bianca».
Donald Trump tuona, apre l’anno col botto.
La scena è quella dell’Arizona, l’appuntamento è quello del suo primo comizio.
La geografia non è scelta a caso perché proprio l’Arizona è stato uno degli scenari più contestati dell’ultimo voto.
Mentre infuria già la battaglia del prossimo, o meglio dei prossimi.
Il guanto di sfida, insomma: midterm 2022 e, appunto, presidenziali 2024.
Il piano è chiarissimo: rompere l’equilibrio perfetto del Congresso, per riportarlo a destra. E poi riprendersi pure le chiavi del civico 1600 di Pennsylvania Avenue. Ora non resta che capire se personalmente o se per mano di qualcun altro. Magari di un “delfino” fidato, quale potrebbe essere il giovane governatore della Florida Ron DeSantis.
Ma la sensazione netta è che la tentazione individuale dell’arancione sia quanto meno fortissima.
Lui e il suo popolo sognano «l’onda rossa».
Anche perché con la Corte Suprema in mano ai giudici conservatori per 6 a 3 (risultato che ricalca il recente ko incassato da Biden sul ring del tanto agognato ed evidentemente anticostituzionale obbligo vaccinale), i repubblicani “rischiano” davvero di fare l’en plein.
Tornando alle parole strillate sul palco, la preferita di Trump resta Biden.
Lo accusa praticamente di tutto. Gli dà più volte dell’«incompetente» e agita ogni fronte. La pandemia ancora galoppante, l’economia sempre sofferente, la politica estera distrutta, l’immigrazione mai cambiata di una virgola (a lui davano del razzista), la criminalità esplosa come una bomba.
Descrive, cioè, un’America in fiamme.
Esiste una sola possibilità che gli riesca di nuovo?
A giudicare dalla sua grinta, e soprattutto dalle difficoltà che attanagliano l’attuale presidente, pare che di possibilità ne esistano addirittura parecchie.