Drammatica telefonata alla famiglia:
«Valeria fra le vittime del Bataclan»

Drammatica telefonata alla famiglia: «Valeria fra le vittime del Bataclan»
Sabato 21 Novembre 2015, 13:03 - Ultimo agg. 19 Marzo, 08:16
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PARIGI - La tragica notizia è arrivata nella notte: "Valeria Solesin è una delle vittime del "Bataclan". La conferma ufficiosa arriva di prima mattina dall'ambasciata italiana di Parigi anche se le speranze ormai erano pochissime. Già nella notte il fidanzato della 28enne veneziana Andrea Ravagnani aveva telefonato ad una sua zia in Trentino annnunciando: "Valeria non si trova, è morta". Il corpo di Valeria si trova in un obitorio a Place Mazas dove erano state trasferite le vittime non riconosciute.



«È MORTA»: SPERANZE FINITE PER L'ITALIANA DISPERSA LASCIA IL TUO MESSAGGIO O IL TUO RICORDO- http://bit.ly/1HRat4H(y) Segui Il Mattino e resta aggiornato - facebook.com/mattino.it (y)

Posted by Il Mattino on Domenica 15 novembre 2015






Purtroppo tutto coincide fin dai primi momenti: la descrizione fisica e i vestiti che indossava al momento della strage. Del caso si è occupata l'Interpol: un funzionario italiano a Parigi ha fornito al ministero la tragica conferma così come l’ambasciatore italiano a Parigi, Giandomenico Magliano, ed il console generaleAndrea Cavallari.





Ieri sera il consolato italiano di Parigi ha telefonato a Venezia per comunicare che la figlia Valeria, 28 anni era tra le vittime. Dario, fratello di Valeria Solesin, è partito subito per la capitale francese per le formalità necessarie per portare la salma in patria.



I GENITORI

«Nostra figlia è morta». Lo ha detto lapidario Alberto Solesin, padre di Valeria. I genitori, che sono usciti per pochi minuti dalla loro abitazione a San Marcuola, nel centrale sestiere di Canareggio, hanno aggiunto: «Abbiamo la certezza ma manca solo per motivi burocratici l'ufficialità».



«Era una persona meravigliosa e l'unica cosa che ci preme ricordare di lei in questo momento». Lo ha detto Luciana Milani, madre di Valeria Solesin: «Ricordate - ha detto ai giornalisti - che era una persona, un cittadina, una studiosa meravigliosa. Ci mancherà molto e credo, visto il percorso che stava facendo, che mancherà anche al nostro Paese per le doti che aveva. Valeria a Parigi aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare».



IL CONCERTO

La ragazza era andata al concerto al Bataclan assieme al fidanzato, Andrea Ravagnani, la sorella di questi, Chiara, entrambi trentini, e il fidanzato di quest'ultima, ilveronese Stefano Peretti. Loro si sono messi in salvo; oltre allo shock non hanno riportato conseguenze. Valeria Solesin risultava dispersa da venerdì sera.





L'AMICA

A Radio 24 il funzionario del Consolato generale d'Italia a Parigi, Sergio Fiocco, aveva dichiarato che «una sua amica l'ha vista ferita, ha preso la borsa con il cellulare ed è scappata. Da quel momento di lei non sia hanno più notizie. È senza documenti perché la borsa l'aveva l'amica.



CHI E' VALERIA

Si è diplomata nel 2006 al liceo scientifico Benedetti di Venezia, ha conseguito la laurea a Trento e da quattro anni sta svolgendo un dottorato all'Istituto di Demografia dell'Università della Sorbona Parigi 1 Valeria Solesin, la giovane 28enne irrintracciabile dopo gli attentati nella capitale francese. Solesin si occupa nell'ateneo di temi legati alla famiglia e ai bambini, oltre alla comparazione sociologica tra sistema francese e italiano. «È uno dei cervelli in fuga dall'Italia» dice un'amica dei genitori.



IL CORDOGLIO DI ZAIA

«A Parigi, nella sua prestigiosa università, Valeria stava realizzando il suo sogno di civiltà e cultura, che è stato stroncato brutalmente dalla barbarie violenta e disumana». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo che il padre della ragazza ha confermato la perdita della figlia, commenta la morte della studentessa veneziana Valeria Solesin, uccisa negli attentati di Parigi. «Con lei - aggiunge - hanno ucciso anche le uniche leve pacifiche che il mondo civile può avere per combattere il furore violento con il quale una parte dl mondo vuole soffocare l'altra: proprio la cultura; proprio la civiltà, che simboleggiano il rispetto reciproco, la reciprocità, la capacità di convivere nelle diversità».



IL PATRIARCA

«Venezia, da sempre città di incontro tra Oriente e Occidente, tra musulmani, ebrei e cristiani, vede purtroppo oggi una sua figlia vittima di quello che non si vorrebbe mai succedesse, un gesto di odio, irrazionale. L'odio è sempre irrazionale e rattrista quando è motivato con affermazioni religiose». Lo ha detto il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, esprimendo il proprio cordoglio per la morte di Valeria Solesin, la studentessa veneziana rimasta uccisa negli attentati di Parigi.