Ebola, l’Europa teme il contagio: «I malati vanno curati in Africa»

Ebola, l’Europa teme il contagio: «I malati vanno curati in Africa»
Giovedì 16 Ottobre 2014, 08:40 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 08:40
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L’Europa e gli Stati Uniti stanno pensando di far curare i pazienti contagiati da Ebola nei luoghi dove hanno contratto l’infezione per evitare spostamenti e altri possibili contatti.

La decisione che verrà probabilmente presa sarà dunque quella di curare i malati nei luoghi del contagio. Il presidente Obama, intanto, durante un vertice alla Casa Bianca ha esortato i leader dei Paesi Ue a un maggiore impegno. E oggi a Bruxelles ci sarà un vertice dei ministri della Salute per decidere la strategia anti-infezione. L’Italia ha stanziato 50 milioni per la lotta contro il virus.

«Ebola è un enorme problema mondiale che richiede una risposta globale»: lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, lanciando un appello alla comunità internazionale affinchè «finanzi il miliardo di dollari di aiuti» richiesto per contrastare il virus.

Possibile caso di Ebola a Parigi: secondo Le Parisien, un'infermiera che aveva curato l'operatrice umanitaria rimpatriata dalla Liberia e guarita dal virus alla fine di settembre, è stata ricoverata con febbre alta all'ospedale «Begin».

Il ministero della Sanità, per il momento, non conferma.

Il secondo caso a Dallas L'ebola fa paura e negli Usa si registra un secondo caso di contagio a Dallas, dove è risultata colpita dal virus Amber Vinson, una aiuto-infermiera che era entrata in contatto con il «paziente zero» morto la settimana scorsa. A sua volta potrebbe avere contagiato altri. L'infermiera avrebbe infatti avuto i sintomi del virus già da venerdì scorso, quando si imbarcò sul volo da Dallas. Lo riferiscono i responsabili del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie. Finora, era stato detto che Winson ha avvertito i sintomi sul volo di ritorno da Cleveland e i passeggeri erano già stati contattati; ora si sta provvedendo a contattare anche i passeggeri dell'altro volo. «Non avrebbe dovuto volare», ha commentato il direttore dei Cdc, Tom Frieden, annunciando che in futuro il personale sanitario sotto controllo non potrà viaggiare su voli commerciali. Intanto l'infermiera americana Nina Pham, che ha contratto il virus dell'ebola dopo aver curato il 'paziente zero' al Texas Health Presbyterian di Dallas, sarà trasferita nell'istituto nazionale di Sanità del Maryland. Lo riferisce la Cnn che cita fonti sanitarie.

Si moltiplicano i casi di allarme per l'Ebola negl Stati Uniti: un ricercatore dell'università di Yale è stato ricoverato ieri sera con sintomi simili a quelli del virus. Pare che sia tornato dalla Liberia all'inizio della settimana. In Ohio, invece, due scuole sono state chiuse per il timore del contagio, visto che un membro del personale sarebbe stato sullo stesso aereo della seconda infermiera di Dallas infetta.

L'ira di Obama Furioso il presidente americano, Barack Obama, che ha convocato un vertice d'urgenza alla Casa Bianca in cui ha esortato le autorità sanitarie Usa a fare di tutto perchè episodi del genere «non si ripetano più». E in una conference call con i leader di Regno Unito, Italia, Germania e Francia, Obama ha chiesto un impegno maggiore da parte dell'Europa nella lotta all'epidemia. «Nel corso della conversazione telefonica - ha poi raccontato il premier Matteo Renzi - abbiamo convenuto un impegno addizionale dell'Italia per l'ebola in partnership con il Regno Unito in Guinea e Liberia. Abbiamo stanziato un contributo di 50 milioni accogliendo l'appello delle Nazioni Unite».

Il bilancio Proprio il Consiglio di sicurezza dell'Onu in una dichiarazione ha denunciato come «la risposta della comunità internazionale all'Ebola ha fallito nel capire e affrontare in maniera adeguata l'entità dell'epidemia e dei suoi effetti». Intanto il numero delle vittime continua a salire. Secondo l'ultimo bilancio dell'Oms, con i dati aggiornati al 12 ottobre, Ebola finora ha ucciso 4.493 persone su 8.997 casi registrati. Liberia, Sierra Leone e Guinea rimangono i Paesi più colpiti dall'epidemia. E nel Golfo persico si segnala il primo caso sospetto di contagio, a Dubai.

Negli Stati Uniti è corsa contro il tempo per trovare il vaccino giusto contro ebola. In campo - come ha spiegato il capo dell'Istituto nazionale per le malattie infettive, Anthony Fauci - anche l'esercito, con il quale si sta lavorando per individuare quale tipo di farmaco è più efficace contro il virus della febbre emorragica. «Finora stiamo usando farmaci sperimentali - ha detto Fauci - e non sappiamo se avranno effetto nè quale efficacia potranno avere».

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