Egitto, studente inglese di 19 anni arrestato in aeroporto perché ritenuto una spia

Egitto, studente inglese di 19 anni arrestato in aeroporto perché ritenuto una spia
Egitto, studente inglese di 19 anni arrestato in aeroporto perché ritenuto una spia
di Alix Amer
Sabato 1 Dicembre 2018, 16:36 - Ultimo agg. 16:57
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Sul caso Regeni Italia ed Egitto sono nuovamente ai ferri corti. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero ha preso atto con delusione che le indagini non procedono e ha convocato l’ambasciatore egiziano, per chiedere «risultati concreti». L’ambasciatore Badr però dal canto suo non può muovere palla senza l’ordine di Al Sisi. Al Cairo, intanto, non hanno mandato giù il congelamento dei rapporti tra i due parlamenti decisa da Roberto Fico, bollando l’iniziativa del presidente della Camera come «inqualificabile». E ora al centro dell’attenzione c’è anche un nuovo caso Regeni (e non è il primo). Si tratta di Muhammed Fathi Abulkasem, 19 anni, cittadino britannico di origini libiche.

Per anni con la sua famiglia ha vissuto a Manchester, e è proprio da lì che è partito il tam tam. Il ragazzo era atterrato qualche giorno fa insieme a un amico (dopo aver fatto un primo scalo) nell’aeroporto di Alessandria d’Egitto (Borg El Arab), una volta arrivato ai controlli è stato prelevato e portato via dalla polizia. Il motivo? «Secondo gli investigatori egiziani avrebbe fotografato dall’aereo un’area militare», dice la famiglia sotto choc. «Ha scattato alcune foto dall’aereo come fanno tanti viaggiatori, l’ha fatto perché glielo aveva chiesto la sorellina di 13 anni». Muhammed, è un brillante studente universitario di Ceetham Hill, era arrivato in Egitto per andare a trovare degli amici, era partito dalla Libia dove si trova in questo periodo con la famiglia, per accudire un parente malato.

 «È stato interrogato subito dalle autorità dell’aeroporto - spiegano alcuni parenti - hanno esaminato il suo telefono e scoperto una fotografia che riprendeva un elicottero militare». «È una splendida persona, non ha mai fatto del male a nessuno, uno studente modello», ripete al Manchester Evening News, sua cugina Shareen Nawaz, di Wilmslow (nella contea del Cheshire). «Tutto è accaduto così in fretta - continua - e ora è accusato di essere una spia. I suoi genitori stanno malissimo. La sorellina non dorme più. È una follia, ma è così facile essere una spia?». Sua madre, Imaan Rafiq, con un filo di voce ha raccontato: «Il mio bambino Muhammed non farebbe male nemmeno a una mosca, è dolcissimo, è il mio orsacchiotto». E aggiunge: «Vogliamo solo fermare tutto questo prima che la sua vita sia rovinata per sempre». 

Per ora anche se la famiglia sostiene che il figlio sia stato accusato di spionaggio, nessun dettaglio è stato confermato dalle autorità egiziane. Il Foreign and Commonwealth Office (meglio conosciuto come Foreign Office o Fco, è un dicastero del Regno Unito) ha dichiarato di non poter commentare i singoli casi. Tuttavia, un portavoce dell’Fco ha spiegato: «Stiamo cercando maggiori informazioni dalle autorità egiziane in seguito all’arresto di una persona britannica all’aeroporto di Alessandria d’Egitto, oltre al permesso per l’accesso consolare. Il nostro staff sta fornendo assistenza alla sua famiglia».

Muhammed, ha cinque fratelli, si è recentemente trasferito in Libia con la sua famiglia per sostenere un parente anziano. Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Manchester, dove è nato e cresciuto, e dove probabilmente ritornerà. In precedenza aveva vissuto in Egitto con la sua famiglia e aveva programmato un viaggio di ritorno per visitare gli amici.

Intanto la tensione per il caso Giulio Regeni sta scaldando gli animi nel Paese dei faraoni. «Non possiamo che agire nello stesso modo», ha detto il segretario generale della Commissione Affari esteri del Parlamento egiziano, Tarek El Khouly, commentando la presa di posizione della Camera italiana che, secondo quanto annunciato dal presidente Fico, ha deciso di sospendere i rapporti con il parlamento egiziano in mancanza di una svolta proprio sul caso Regeni. Precisando di esprimere «un’opinione personale», El Khouly ha ricordato che «trattiamo con gli altri paesi sulla base del principio di reciprocità». Risposte aspettano da anni i genitori di Giulio, risposte aspettano i genitori di Muhammed da pochi giorni. Già, risposte.
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