Madrid, alle elezioni trionfa la popolare Ayuso ma serve Vox per governare. Iglesias abbandona la politica

Madrid, alle elezioni tronfa la popolare Ayuso: ma l'ultradestra di Vox sarà decisiva per governare la capitale
Madrid, alle elezioni tronfa la popolare Ayuso: ma l'ultradestra di Vox sarà decisiva per governare la capitale
Martedì 4 Maggio 2021, 21:36 - Ultimo agg. 5 Maggio, 00:13
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Isabel Díaz Ayuso, la candidata popolare a presidente per la Comunità di Madrid, ha vinto con nettezza le elezioni regionali celebrate ieri, confermando i pronostici delle ultime settimane. E Pablo Iglesias abbandona la politica. Con 65 seggi Ayuso conquista oltre il doppio degli scranni (30) ottenuti nelle elezioni del 2019 e da sola supera la somma dei seggi delle sinistre (58). Il suo risultato s’approssima alla maggioranza assoluta di 69, senza però arrivarci; per potere governare Ayuso avrà perciò bisogno del sostegno di Vox, con la candidata Rocío Monasterio, che ha totalizzato 13 seggi, uno in più rispetto al 2019. Ciudadanos, che nel 2019 aveva 26 seggi, non ha invece superato la barriera del 5% e la formazione arancione guidata dal candidato Edmundo Bal rimane perciò fuori dal consiglio regionale della Comunità.

Come quasi tutti i sondaggi preconizzavano, lo schieramento conservatore ha vinto la competizione elettorale: Partido Popular e Vox sommano  78 seggi e la distanza con il blocco delle sinistre è di ben 20 scranni.

Una differenza dovuta soprattutto alla grave perdita di consensi del partito socialista madrileno con Ángel Gabilondo capolista, passato dai 37 seggi del 2019 ai 24 attuali. Lo stesso numero di seggi che ha conquistato Más Madrid trascinata dalla sua candidata, Mónica García, con un aumento di 4 rispetto al 2019; mentre Podemos è passato da 7 a 10 rappresentanti nell’assemblea madrilena, con Pablo Iglesias candidato.

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L’aumento di partecipazione al voto, che alle ore 19 superava il 69%, 11 punti in più rispetto alle elezioni precedenti, non ha favorito il blocco progressista come si riteneva. L’appello al voto delle sinistre per frenare l’estrema destra e il trumpismo alla spagnola, ha mobilitato parte del loro elettorato. Ma la contrapposizione che si è vissuta in campagna elettorale ha polarizzato il voto, attivando molto di più l’elettorato conservatore e un po’ su tutta la Comunità. Ha vinto il modello di Ayuso di bar aperti in pandemia e imposte basse per i più ricchi. La leader popolare è riuscita a dettare i contenuti della campagna elettorale, mettendosi in connessione emozionalmente con i cittadini e riuscendo a far distogliere l’attenzione dalla sua gestione della crisi pandemica. Ora governerà in minoranza o in coalizione con Vox per i prossimi due anni, perché le elezioni anticipate non fanno venir meno l’appuntamento elettorale ogni quattro anni. Dopo tante sconfitte, Ayuso ha portato nuovamente i popolari alla vittoria, ma il suo modello non è estrapolabile a livello nazionale.

La sconfitta dei socialisti madrileni è grave, ma non dovrebbe avere ripercussioni dirette sul governo spagnolo. Il risultato di queste elezioni smuove però il quadro politico nazionale. Da una parte, infatti, si consuma la fine di un partito politico, negli ultimi anni sempre oscillante tra l’estrema destra e il centro, come Ciudadanos. Dall’altra, con la vittoria di Ayuso che rappresenta la versione del PP più prossima all’estrema destra, diventa difficile per il presidente dei popolari Pablo Casado recuperare un discorso politico più moderato, abbandonando il terreno della competizione con Vox.

Ma soprattutto, Pablo Iglesias, leader di Podemos e fino a un mese fa  vicepresidente del governo di coalizione progressista, davanti al cattivo risultato della sinistra e al trionfo del modello trumpista alla spagnola, ha annunciato l’abbandono di tutti gli incarichi politici, perché “quando non si può essere più utili bisogna sapere ritirarsi e lasciare spazio al rinnovamento”.  

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