Twitter, la purga di Musk: da 8.000 a 1.500 addetti

«Un’operazione dolorosa che non mi ha divertito, ma è servita per il bilancio»

Elon Musk
Elon Musk
di Gianni Molinari
Mercoledì 12 Aprile 2023, 23:54 - Ultimo agg. 13 Aprile, 18:32
5 Minuti di Lettura

Tra un tweet e l’altro, una polemica e l’altra, un progetto e l’altro (l’annuncio del secondo impianto di produzione di batteria in Cina è stato accolto malissimo dall’amministrazione Biden e da gran parte dell’opinione pubblica americana) Elon Musk continua a dissestare la struttura di Twitter ed è sempre più alto il malumore tra gli utenti.

In un’intervista concessa all’improvviso alla Bbc (venti minuti di preavviso, quando solitamente con questi personaggi si fanno trattative di giorni e si discute anche dei minimi particolari) Musk ha fatto il bilancio dei suoi primi mesi al comando del social dell’uccellino: da ottomila a 1.500 dipendenti.

Un’operazione che il capo supremo di Tesla e SpaceX e della medesima Twitter (a un certo punto durante l’intervista è venuto qualche dubbio perché ha annunciato che il nuovo Ceo di Twitter è il suo cane, Floki) ha definito «dolorosa». «Non mi ha divertito per niente - ha aggiunto - ma è stato necessario» e ha riconosciuto che gestire il social network è come essere sulle «montagne russe».

Però, si è autoconsolato, annunciando che «vari fra i consiglieri che se ne erano andati con il suo arrivo, sono poi tornati».

Qualche dubbio sui «ritorni» è lecito nutrirlo. Anzitutto il «dimagrimento» ha interessato tutta l’azienda, ma ha colpito soprattutto l’area più critica, il cuore del social, la programmazione. Ben difficilmente gli ingegneri che sono andati via, o che sono stati mandati via, torneranno. Nell’ecosistema della Silicon Valley il vero problema delle aziende è il modello di gestione per trattenere i propri tecnici, con un ambiente di lavoro favorevole e salari generosi, piuttosto che perderli con il rischio che vadano in giro a diffondere conoscenze e segreti. Se poi questa falcidie nel personale abbia riequilibrato i bilanci è tutto da vedere: alla Bbc Musk ha detto che il bilancio dell’azienda è «più o meno in pari». Affermazione che la Bbc ha detto di non poter verificare in modo indipendente. Anche perché si è scoperto, del tutto casualmente, che «Twitter inc.» non esiste più ed è stata assorbita in X Corp., società che fa capo ad X Holdings tramite cui Elon Musk ha acquisito la piattaforma social lo scorso autunno.

Musk ha, tuttavia, rivendicato con forza che sotto di lui è aumentata la pubblicità su Twitter. Mentre è ancora tutto da capire come evolverà la questione delle «spunte» colorate: prima ne esisteva solo una, la celeste, che certificava (operazione prima gestita dal social) la particolare rilevanza di un utente. Musk chiede che questa spunta si paghi: 102 euro l’anno (con lo sconto). Molti utenti che l’avevano ottenuta hanno fatto sapere che non pagheranno. La questione è più complessa, non è solo il simboletto al lato del nome: l’algoritmo del social a chi paga offre una corsia privilegiata nelle visualizzazioni e assegna priorità. Il rischio sarebbe di fare tweet che non vede nessuno, a meno di collegarsi ad hashtag già sviluppati! 
Le altre due spunte sono dorate (per le aziende) e grigie per organizzazioni governative. Magari ne arriveranno altre. Il risanamento finanziario sarebbe poi la base per fare pulizia tra gli account falsi (secondo alcune valutazioni sarebbero intorno al 30%) che sono quelli che spargono maggiormente odio e bloccare i bot, sistemi automatici che interagiscono sul social. Ma per ora poco è stato fatto.

Video


Per restare nel campo delle contraddizioni, Musk ha firmato - insieme a mille altri tra manager e scienziati - la lettera a Open AI, l’organizzazione che sviluppa il famoso ChatGpt chiedondo a chi lavora su progetti di IA «conversazionale e generativa» di fermarsi per almeno sei mesi il tempo per capire dove sta andando la tecnologia ed, eventualmente, supportare lo sforzo degli organi controllori nello stilare linee guida sul corretto sviluppo di piattaforme AI in termini di etica e riduzione del rischio di problematiche varie, tra cui risultati errati e fuorvianti. Ma Insider ha rivelato che avrebbe acquistato diecimila unità di elaborazione grafica (GPU) su cui si basa il calcolo informatico svolto dagli algoritmi di intelligenza artificiale. Le diecimila GPU potrebbero essere installate in uno dei due data center di Twitter negli Stati Uniti. Insider ipotizza una serie di applicazioni in cui Twitter potrebbe utilizzare la tecnologia di intelligenza artificiale, incluso il miglioramento della funzione di ricerca e nuove metriche per l’invio degli annunci pubblicitari che, grazie all’intelligenza artificiale, diventerebbero più precisi e personalizzati sulle esperienze di ogni utente, preservando la privacy. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA