BRUXELLES

Qatargate, Eva Kaili resta in carcere. Il legale: «Non faremo appello». L'ex assistente: «Viaggi privati con fondi pubblici»

Al Tribunale di Bruxelles oggi è il giorno dell'udienza per confermare o meno l’arresto dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo. Chiesti i domiciliari con braccialetto elettronico

Qatargate, Eva Kaili resta in carcere. L'accusa dell'ex assistente: «Viaggi privati con fondi pubblici»
Qatargate, Eva Kaili resta in carcere. L'accusa dell'ex assistente: «Viaggi privati con fondi pubblici»
Giovedì 22 Dicembre 2022, 11:50 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 16:09

L'avvocato della Kaili: "Non faremo appello"

Eva Kaili non ricorrerà in appello contro la decisione dei giudici della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles di confermare la custodia in carcere dell'ex presidente del Parlamento Europeo. Lo ha fatto sapere uno dei suoi avvocati, il greco Mihalis Dimitrakopoulos. I giudici hanno respinto oggi la richiesta di libertà con braccialetto elettronico e hanno prolungato di un mese la detenzione di Kaili.

Kaili, l'ex assistente: viaggi privati con fondi pubblici

«Eva Kaili è andata negli Stati Uniti per due volte con i soldi del Centro di Uguaglianza di Genere di Atene, finanziato dall'Eurocamera, solo per scopi personali». Così al Tg4 la sua ex assistente Sofia Mandilara che ha lavorato per l'ex vicepresidente del Parlamento europeo dal 2013 al 2014. L'ex assistente ha raccontato alle telecamere di Mediaset inoltre di «non essere rimasta sorpresa del fatto che la sorella di Eva Kaili sia stata chiamata in causa. Infatti già nel 2013, pur non essendo autorizzata ad assumere sua sorella o parenti, la nominò direttore delle Relazioni Internazionali del Centro», spiega Mandilara riferendosi all'assunzione di Mantalena Kaili al Centro di Uguaglianza di Genere di Atene nel 2013.

Eva Kaili resta in carcere

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, detenuta dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate, dovrà restare ancora in carcere per almeno un mese. Lo si è appreso dalla procura federale.

Conte: «Parlamentari non prendano soldi da Stati stranieri»

«I parlamentari italiani sono già ben retribuiti dagli italiani e debbono perorare esclusivamente l'interesse nazionale. Non devono fare i consulenti o i promoter per Paesi che non siano il nostro. Sarò più chiaro: molto semplicemente i parlamentari non devono più ricevere né un euro né prestare consulenze per Stati stranieri. La funzione pubblica, come recita l'articolo 54 della Costituzione, non deve essere un trampolino di lancio per un carrierismo parallelo». Così Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5Stelle, in una intervista al settimanale TPI.

Congelato terreno di Kaili nell'isola di Paros

Un procuratore della Corte Suprema greca ha ordinato il congelamento di un terreno sull'isola di Paros acquistato dall'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili assieme al compagno Francesco Giorgi, nell'ambito dell'indagine per riciclaggio di denaro portata avanti dalle autorità greche sulle attività della coppia. Come riportato dal sito di Kathimerini, assieme al terreno è stato congelato anche il conto corrente utilizzato per il suo acquisto. Nei giorni scorsi l'avvocato dell'eurodeputata socialista, Michalis Dimitrakopoulos, aveva ribadito che l'acquisto della proprietà a Paros era in regola sotto ogni punto di vista e che il denaro utilizzato per comprarla proveniva dal legittimo reddito della politica greca.

Avvocati Kaili: mai vista una fuga di notizie simile

«Non ho mai visto una fuga di notizie di questa portata e una tale violazione frontale del segreto istruttorio, non sono l'unico a pensarlo, il procuratore federale ha avviato un'inchiesta a riguardo». Lo ha detto l'avvocato di Eva Kaili, André Rizopoulos, al termine dell'udienza davanti alla camera di consiglio. «Non faremo alcuna altra dichiarazione perché è pregiudizievole sia per la difesa della signora Kaili sia per l'accertamento della verità in un dossier di questa natura» e «non farebbe piacere a nessuno», ha spiegato il legale, ribadendo che «non è evidentemente il caso di perorare nuovamente quello che» i due avvocati hanno già «chiesto davanti oggi davanti alla presidente della camera di consiglio» in un momento in cui «il destino della signora Kaili è per il momento nelle mani della giustizia belga».

La presidente della camera di consiglio, ha aggiunto, «è la sola che prenderà la decisione sulla base di quanto detto». Anche il collega Mihalis Dimitrakopoulos si è astenuto dal rilasciare ulteriori dichiarazioni a mezzo stampa. «Abbiamo preso l'impegno di non parlare perché l'inchiesta è seria e segreta, dunque vi dico che Eva Kaili è innocente e non è mai stata corrotta, mai. Non sapeva dei soldi, mai», ha confermato.

Letta: Pd comunità di gente perbene, vogliamo pulizia e trasparenza

«Lo scandalo che sta emergendo a livello europeo è gravissimo, dobbiamo reagire con tutta la forza che abbiamo, siamo una comunità di gente perbene, fatta di gente che vuole pulizia e che venga fuori la trasparenza più totale». Lo ha detto Enrico Letta parlando del Qatargate all'incontro sul Pd al Nazareno.

Orban: aboliamo Europarlamento e sostituiamolo con delegati nazionali

Aboliamo l'Europarlamento, sostituiamolo con un Parlamento di delegati nazionali. È questa la "soluzione" proposta da Viktor Orban di fronte al montare dello scandalo del Qatargate all'interno del Parlamento Europeo. «Lo scandalo è rivelatore: le norme anticorruzione dell'Europarlamento hanno fallito miseramente, se vogliamo restaurare la fiducia del pubblico è arrivato il momento di abolire il Parlamento europeo», scrive su Twitter il premier ungherese che propone così lo smantellamento dell'istituzione europea che in diverse occasioni ha duramente condannato la deriva antidemocratica da lui impressa in Ungheria. «La nostra soluzione: creare un nuovo Parlamento europeo composto da delegati nazionali - continua Orban in un altro tweet - questo garantisce un maggiore controllo, responsabilità e credibilità». «Ridiamo il controllo agli stati membri» conclude il leader sovranista, che poi usa un hastag #draintheswamp, prosciughiamo la palude della corruzione, che era il grido di battaglia della campagna di Donald Trump nel 2016.

«Eva Kaili collabora attivamente con gli inquirenti»

Eva Kaili «collabora attivamente» con gli inquirenti «e contesta ogni accusa di corruzione». Lo hanno detto i due avvocati dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Andrè Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos, al termine dell'udienza alla camera di consiglio a Bruxelles.

Chiesti i domiciliari con il braccialetto elettronico

«Abbiamo chiesto che la signora Kaili possa essere sottoposta al regime di sorveglianza elettronica». Lo hanno detto i due avvocati dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Andrè Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos, al termine dell'udienza alla camera di consiglio al tribunale di Bruxelles.

In serata la decisione sulla permanenza in carcere di Eva Kaili

La decisione sulla permanenza in carcere di Eva Kaili, l'ex vice presidente del Pe agli arresti per lo scandalo del Qatargate sarà presa questa sera tardi. Lo hanno comunicato al termine dell'udienza alla camera di consiglio gli avvocati di Kaili.

L'avvocato di Eva Kaili: «Non è mai stata corrotta»

«Non è mai stata corrotta» e «spero che la liberino presto». Lo ha detto Mihalis Dimitrakopoulos, avvocato di Eva Kaili, arrivando al tribunale di Bruxelles dove questa mattina si tiene l'udienza per decidere sulla permanenza in carcere della ex vice presidente del Parlamento europeo agli arresti per l'inchiesta del Qatargate.

Eva Kaili «non è mai stata corrotta». Lo ha detto il legale della vicepresidente del Parlamento europeo nel giorno dell'udienza per le misure cautelari nell'inchiesta del Qatargate. L'avvocato grego Michalis Dimitrakopoulos è a Bruxelles: «Spero nella scarcerazione, dovete sapere che c’è il segreto istruttorio e non posso dirvi di più», ha sottolineato ai cronisti. La decisione sulla permanenza in carcere sarà presa in serata. Kaili era finita in carcere lo scorso 9 dicembre nell’ambito dell’inchiesta Qatargate, accusata di corruzione e riciclaggio, dopo che il padre era stato trovato con una valigia piena di contanti in un albergo di Bruxelles. 

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