Parigi, fugge dal carcere in elicottero: evasione come in un film

Parigi, fugge dal carcere in elicottero: evasione come in un film
Domenica 1 Luglio 2018, 19:08 - Ultimo agg. 3 Luglio, 18:59
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PARIGI Prima di finire in carcere per aver ammazzato Aurélie Fouquet, una poliziotta di 26 anni, Rédoine Faid amava raccontare a tutti che aveva visto Heat più di cento volte. Il suo eroe era Robert De Niro nei panni del rapinatore Neil McCauley. Gli amici però hanno sempre continuato a chiamarlo Doc, come Doc McCoy, il ladro interpretato da Steve McQueen in Getaway. E ieri Rédoine un film l'ha interpretato sul serio: è evaso in elicottero dalla prigione di Réau, a un'ora di treno da Parigi, e oggi è il ricercato numero uno in Francia. Il ministero dell'Interno assicura che «tutte le unità territoriali della polizia e della gendarmeria sono mobilitate» e che «tutti i mezzi sono impiegati per localizzarlo» . Ma fino a ieri sera di Rédoine Faid, condannato a 25 anni per la morte della poliziotta mentre scappava da una rapina a un furgone blindato e a altri dieci per un'evasione nel 2013, restavano soltanto un elicottero bruciato in un campo abbandonato poco distante dall'aeroporto di Roissy e una Renault nera lasciata carbonizzata a Aulnay-sous-Bois, banlieue di Parigi.

UN PIANO PERFETTO
L'operazione ha funzionato benissimo. Sono le 11 e 20 di domenica, e Rédoine Faid è in parlatorio, ha ricevuto la visita del fratello Brahim. Un elicottero atterra nel cortile principale del carcere, l'unico senza rete di protezione antiaerea. Scendono due uomini, incappucciati, vestiti di nero, con le fasce al braccio della polizia, armati di kalashnikov e lacrimogeni. Un terzo complice resta con il pilota: lui e il velivolo, un Alouette, sono stati sequestrati poco prima sulla vicina base aerea di Fontenay-Trésigny . I due agiscono quasi a memoria: con una fresatrice abbattono una porta (conosciuta da pochi e quasi mai utilizzata) che conduce al parlatorio, arrivano da Raid, lo prelevano, e un minuto dopo sono di nuovo in aria, liberi. Non c'è stato bisogno di fare nessun ostaggio, non c'è nessun ferito. I poliziotti parlano di «uomini molti addestrati, dei professionisti, pesantemente armati, che sapevano benissimo come muoversi e dove andare». La ministra della Giustizia Belloubet, che si è recata sul posto, ha spiegato che «qualche mese fa i servizi penitenziari avevano notato dei droni sopra la prigione». Probabilmente un «sopralluogo» per preparare l'operazione. L'elicottero è stato ritrovato poco dopo, bruciato, a Garges-lès-Gonesse. I quattro sono scappati prima su Renault, poi su un camioncino Citroen di cui si sono perse le tracce da qualche parte nella grande banlieue di Parigi.

Tutti sapevano che Rédoine voleva scappare. Ci aveva provato una volta, nel 2013: aveva fatto saltare cinque porte con l'esplosivo e preso quattro guardie in ostaggio al carcere di Lille. Era rimasto in fuga per un mese e mezzo. Lo avevano catturato all'alba nella stanza di un piccolo hotel in banlieue di Parigi. Aveva giurato che ci avrebbe riprovato. Poco tempo fa un'inchiesta del Nouvel Observateur aveva rivelato dei rapporti di Faid con la criminalità corsa, in particolare con Jacques Mariani, membro della banda della Brise de Mer, che avrebbe pensato a lui per vendicarsi di una banda rivale. Per questo aveva anche pensato un piano per farlo scappare. Allora il piano non si era mai concretizzato. «Si è sempre preso per un eroe, un mito della criminalità» racconta Frédéric Ploquin, autore di un libro sui caid, i capibanda della criminalità organizzata nelle periferie di Francia. «Ha sempre voluto essere il migliore della sua generazione, questa evasione non farà che aumentare la sua reputazione».
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