La Florida vieta 54 libri di matematica. «Indottrinano i ragazzi su temi proibiti»

La Florida vieta 54 libri di matematica. «Indottrinano i ragazzi su temi proibiti»
La Florida vieta 54 libri di matematica. «Indottrinano i ragazzi su temi proibiti»
di Anna Guaita
Mercoledì 20 Aprile 2022, 11:00 - Ultimo agg. 21 Aprile, 00:13
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NEW YORK - La matematica non è un'opinione, si dice sempre. Ma in Florida sembra che il governatore Ron DeSantis la pensi diversamente. Il suo governo ha infatti deciso di bocciare 54 dei 132 libri di testo di matematica proposti per le scuole elementari e medie. La notizia ha generato non poca indignazione quando il Dipartimento dell'Istruzione ha chiarito che i testi vengono rifiutati perché «incorporano argomenti proibiti o strategie non richieste, tra cui l'apprendimento socio-emotivo e la teoria critica della razza». Ovviamente c'è stata una reazione da parte di genitori e politici che volevano chiarimenti. Ma il Dipartimento non ha fatto esempi precisi, sostenendo che citare i testi avrebbe violato i diritti d'autore del libro. 

L'apprendimento socio-emotivo, contro cui puntano il dito, consiste nell'aiutare gli scolari a diventare consapevoli delle proprie emozioni e imparare a gestirle. La Critical Race Theory, oggi spauracchio dei repubblicani, è in realtà una teoria studiata solo all'università che analizza come il razzismo sia ricamato nella tela delle istituzioni stesse, e sia quindi sistemico.

Oggi però la Crt ha assunto per i repubblicani un significato allargato a includere quasi ogni forma di insegnamento del passato razzista degli Usa, insegnamento che è percepito come un modo per far sentire in colpa gli scolari di razza bianca. 

Che queste decisioni vengano prese in Florida non deve stupire, quello che era uno Stato sonnacchioso di turisti e pensionati ha assunto un peso politico enorme con la presenza di Donald Trump, che vi abita, e per il governatore populista Ron DeSantis che ha raccolto il testimone di Trump e intende presentarsi alle presidenziali del 2024 se l'ex presidente non lo farà. DeSantis è stato uno dei negazionisti nella pandemia, contrario a maschere, vaccino e lockdown, e ora si erge a paladino delle rivendicazioni dei bianchi conservatori che si sentono sopraffatti dai movimenti per i diritti dei gay, dal matrimonio omosessuale, dall'uscire allo scoperto di personalità transgender, per non parlare del movimento per i diritti degli afroamericani, di Black Lives Matter e della crescente pressione perché si trovi un modo di ripagare i discendenti degli schiavi. 

DeSantis sta facendo del suo Stato un faro per coloro che sognano un ritorno al passato, a un'America bianca e religiosa, anni Cinquanta, e ha firmato una legge che limita il modo in cui vengono discussi e insegnati in classe l'orientamento sessuale, l'identità di genere e le abilità socio-emotive. La legge sarebbe stata concepita per «ridare ai genitori autorità su quello che i figli studiano» e consente alle famiglie di far causa alle scuole, se vedono che le direttive vengono violate. 

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La legge, soprannominata Don't say gay dalla comunità Lgbtq, sta già facendo proseliti in altri Stati. E il governatore si appresta a firmare un'altra discussa legge che vieterà agli istituti scolastici di insegnare eventi storici in modo tale che possa indurre gli studenti a provare disagio a causa della loro razza. Sono numerosi i repubblicani moderati che non vogliono seguire il partito su questa strada estremista, ma dopotutto anche loro giustificano il partito, sostenendo che a monte la colpa sia dei democratici che hanno esagerato nella «cancel culture» e nella lotta di genere, ad esempio con la rimozione di statue di individui nel passato considerati eroi ma condannati per la loro politica schiavista, o con le richieste di pari trattamento nello sport per le atlete transgender. Per questi repubblicani quindi il Paese è in preda a estremismi sia della destra che della «sinistra anti-liberal». La differenza fra i due esempi sta comunque nel fatto che a imporre fenomeni di cancel culture a sinistra è stata la base o le classi universitarie, mentre a destra sono i governanti. Cosa sia peggio è dopotutto una questione di opinione. 

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