G7 a Biarritz, la mossa di Macron: mediatore tra Stati Uniti e Iran

Macron made an effort to avoid any major logjams with Trump at the G7 | Andrew Harnik/AFP via Getty Images
Macron made an effort to avoid any major logjams with Trump at the G7 | Andrew Harnik/AFP via Getty Images
di Erminia Voccia
Lunedì 26 Agosto 2019, 20:20 - Ultimo agg. 20:23
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«È stata un'iniziativa francese, ho informato il presidente americano Trump della visita del Ministro degli Esteri iraniano e l'ho invitato in qualità di amico». Il capo di Stato francese Emmanuel Macron in conferenza stampa a conclusione dei lavori del G7 spiega il motivo dell'arrivo Mohammad Javad Zarif al vertice di Biarritz. Una visita, quella di Zarif, concordata con gli Stati Uniti, della quale il Capo della Casa Bianca era a conoscenza, e dunque non un atteraggio a sorpresa. «Abbiamo discusso ieri dell'Iran e ciò ci ha portati a definire due linee comuni: nessuno dei membri del G7 vuole che l'Iran abbia l'arma atomica e tutti i membri del G7 sono profondamente interessati alla stabilità e alla pace nella regione», ha detto ancora il capo dell'Eliseo. L'Iran era un tema al centro del summit del G7, considerata la delicata situazione nel Golfo. 

A Biarritz il Ministro degli Esteri iraniano ha avuto scambi di opinioni con l'omologo francese Jean-Yves Le Drian, ha incontrato il ministro delle Finanze francese, i rappresentanti di Gran Bretagna e Germania e naturalmente il presidente e padrone di casa Macron. «La strada è difficile, ma vale la pena tentare», era stato il tweet del capo della diplomazia iraniana prima di partire per Biarritz. Un tweet che risponde a chi lo aveva accusato di cercare disperatamente il compromesso con gli Usa. La presenza di Javad Zarif segue i colloqui avvenuti in settimana a Parigi, che secondo fonti dell'Eliseo sarebbero stati "fruttuosi". Il Ministro, tre settimane fa, era stato preso di mira dalle sanzioni statunitensi. La stessa Merkel ha dichiarato ad AFP di essere stata «ben informata», ma «appena in tempo». Merkel ci ha tenuto a dire che la presenza di Zarif è stata un «evento parallelo» al summit.


Così Macron ha vestito i panni di mediatore tra Washington e Teheran, cercando di spegnere le tensioni tra iraniani e statunitensi e ponendosi a capo di un'iniziativa diplomatica che trova il consenso dei leader europei, anche se l'ok al mandato ufficiale di trattare con l'Iran non è arrivato. Zarif è atterrato nel pomeriggio di domenica, mentre Trump si ritirava nella sua camera all'Hotel du Palais, ad appena 500 metri di distanza, per riapparire solo quando l'iraniano era andato via. Come se quelle sei ore non ci fossero mai state, racconta Bloomberg. Macron si pone a capo degli europei e degli sforzi per salvare l'accordo con l'Iran, davanti a un' Europa fino a questo momento assente e dalla quale ci si aspettava un ruolo attivo nel negoziato tra Washington e Teheran. 

Il piano di Macron per l'Iran prevede la riduzione di alcune delle sanzioni americane o un sistema di compensazione economica per recuperare parte delle entrate della vendita del petrolio andate perdute per via delle misure statunitensi. La "massima pressione" degli Usa ha piegato l'economia iraniana mettendola in ginocchio. Nelle settimane future ci saranno altri incontri, ha promesso Emmanuel Macron, che punteranno a ridurre le tensioni nell'area, tensioni scateate nel 2018 dalla decisione di Trump di uscire dal patto sul nucleare firmato da Obama con l'Iran nel 2015. Nelle passate settimane gli attacchi alle petroliere e il drone americano abbattuto avevano fatto pensare al peggio. Ma la temuta escalation non c'è stata, visto l'interesse dimostrato da entrambe le parti a disinnescare la crisi e a trovare una soluzione per non chiudere la porta al dialogo.

La missione di Zarif si colloca in una situazione emergenziale, ha spiegato l'analista Nicola Pedde, direttore dell'Institute of Global Studies. «L'iran - continua Pedde - non è uscito dall’accordo siglato nel 2015 con la comunità internazionale, e che nessuno a parte Tehran ha praticamente rispettato, ha posto condizioni connesse a passi di fuoriuscita progressiva, rispettando appieno le disposizioni di crisi previste dallo stesso accordo, nel costante tentativo di richiamare la comunità internazionale alle proprie responsabilità».
 
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