Gas russo, cosa succede se si bloccano le forniture? Ecco perché l’Europa è più prudente sull’embargo totale

Gas russo, cosa succede se si bloccano le forniture? Ecco perché l’Europa si mostra più prudente sull’embargo totale
Gas russo, cosa succede se si bloccano le forniture? Ecco perché l’Europa si mostra più prudente sull’embargo totale
di Andrea Bassi e Gianni Bessi
Sabato 23 Aprile 2022, 08:00 - Ultimo agg. 13:01
4 Minuti di Lettura

Perché l'Europa frena sulle sanzioni embargo sul metano? 

Il tema principale sono gli impatti economici. Ieri la Bundesbank li ha calcolati, per la sola Germania, in 180 miliardi di euro. Anche l’Italia, come risulta dagli scenari prospettati dagli esperti consultati dal Tesoro, rischierebbe una recessione grave. Ma sarà davvero possibile evitare le sanzioni sul gas? Dipende. La recrudescenza degli atti di violenza sui civili nella guerra ha provocato la decisione della Corte internazionale di giustizia dell’Aia di ordinare alla Russia di fermare l’invasione dell’Ucraina e di avviare una indagine. Questo passaggio avrà un peso sull’entità delle sanzioni che la Ue ha in programma di approvare. La Federazione Russa non è parte contraente della Convenzione, però la sentenza inciderebbe sulle decisioni all’interno dei Paesi aderenti, che vi si dovranno conformare interrompendo le relazioni diplomatiche. Inoltre, sarebbe la base legale che permette di interrompere per giusta causa i pagamenti dei contratti nei confronti delle società russe. 

Come sono regolati i contratti tra Gazprom e le società Ue?  

I pagamenti per le forniture di gas avvengono attraverso la GazpromBank.

Come è ormai noto l’esclusione di tutte le entità russe dal sistema Swift bloccherebbe immediatamente i pagamenti causando l’interruzione delle forniture. La prudenza europea, specialmente quella tedesca, suscita però qualche domanda che è interessante approfondire. Nel caso l’Ue decida di bloccare le forniture di gas dalla Russia, per alzare ulteriormente il livello di pressione su Mosca, è necessario che si possano indicare misure straordinarie per giustificare l’inadempienza dei contratti con Gazprom da parte delle compagnie europee. Parliamo di contratti che per il momento sono top secret, ma per i quali si può ipotizzare che prevedano un arbitrato esclusivo e non contemplino né una “clausola sanzioni” né ipotesi di forza maggiore in cui fare ricadere la situazione attuale. È importante, quindi, che il contratto preveda una protezione secondo il diritto del paese di riferimento o almeno quello europeo che sia direttamente applicabile negli Stati membri. È indispensabile che la parte europea possa imputare il mancato adempimento contrattuale a un obbligo di legge inequivocabile. L’eventuale decisione della Ue di bloccare le forniture ed i pagamenti dovrà quindi tradursi in una o più norme restrittive attuabili dai soggetti europei, che possano costituire ragione obbligata del mancato adempimento contrattuale (e quindi di sospensione o risoluzione anticipata dei contratti). 

Basterebbe introdurre una norma Ue per mettere in sicurezza le aziende coinvolte?  

Vista l’incertezza della guerra e ancor più di un possibile futuro processo di pace, sempre a livello Ue è probabile che le aziende coinvolte chiedano un fondo di garanzia per l’evoluzione di tale materia di risoluzione anticipata dei contratti: stiamo parlando di svariati miliardi di euro. 

Cosa accadrebbe in caso di blocco totale delle forniture di gas russo? 

È probabile che in tempi brevi scatterebbe un rischio sistemico legato alla mancanza di sicurezza nella soddisfazione della domanda delle società europee ad alto tasso energivoro. I prezzi legati al sistema del prezzo marginale schizzerebbero così in alto che il sistema finirebbe probabilmente in default. L’impatto sul sistema regolatorio sconvolgerebbe lo scenario come lo conosciamo, al punto che la domanda è se sia un’ipotesi realistica affrontare il rischio di sospensione improvvisa, visto che i prezzi dei derivati sulle Borse sono agganciati ai vari hub nazionali. In tal caso immaginare un’escalation dello stato di emergenza con un prezzo amministrato non sarebbe più solo una congettura di scuola. 

Quali sarebbero le previsioni per l'economia dell'Eurozona? 

A questa domanda ha già risposto la presidente della Bce, Christine Lagarde. Al termine della riunione del Consiglio direttivo Bce del 15 aprile ha affermato che un possibile “boicottaggio economico” completo, con lo stop improvviso alle importazioni di energia dalla Russia, avrebbe un impatto economico molto forte sull’area euro. A ciò si aggiungano le preoccupazioni della segretaria al Tesoro americano, Janet Yellen, calate mercoledì come piombo sul forum del Fmi attualmente in corso a Washington. Forse è anche per questo che tarda la decisione sul price-cap? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA