Solo un carro armato su 10 in deposito era «più o meno operativo», i restanti nove inutilizzabili. Quelli non operativi erano stati quasi completamente smantellati, con alcuni motori addirittura mancanti a causa di furti: le parti sarebbero state rubate dalle strutture che ospitano i mezzi in riparazione. Per questo motivo, secondo quanto riferito da Kiev, il comandante della quarta divisione Panzer della Federazione Russa si sarebbe suicidato.
Biden e il discorso contro Putin «tiranno» che ha sorpreso tutti: cosa succederà ora?
Kiev: comandate russo suicida
Come riferito dal ministero della Difesa di Kiev il comandante del "13esimo reggimento di carri armati»" all'interno della quarta divisione si sarebbe sparato dopo aver appreso delle precarie condizioni dei carri armati di riserva dell'unità. Sul canale Telegram del ministero si sottolinea che la Russia stava costruendo strutture di stoccaggio e riparazione dei mezzi nella regione di Bryansk per riparare le apparecchiature parzialmente rese inservibili sul campo di battaglia.
I generali russi morti
Il comandante suicida andrebbe ad allungare la lista dei vertici militari russi morti dall'inizio del conflitto: i funzionari occidentali venerdì ne avevano menzionati sette aggiungendo che un altro che era stato licenziato. L'ultimo a morire, il tenente generale Yakov Rezanstev, era un comandante della 49esima Armata combinata russa nel distretto militare meridionale. Il sesto comandante russo ucciso dall'inizio dell'invasione sarebbe il colonnello Yuri Medvedev, investito da carro armato. Il generale licenziato - a causa delle "pesanti perdite e ai fallimenti strategici visti durante l'invasione" - sarebbe invece Vlaislav Yershov, della sesta armata combinata. Nel computo dei generali uccisi rientra anche Magomed Tushaev, delle forze speciali cecene schierate dal presidente russo Vladimir Putin in Ucraina.
Il computo dei morti russi
Il Cremlino ha affermato venerdì che poco più di 1.300 militari sono morti in guerra, ma stime di quattro o cinque volte quel numero sono considerate credibili in Occidente.