George Floyd era positivo al coronavirus: la conferma dall'autopsia

George Floyd era positivo al coronavirus: la conferma dall'autopsia. Negli Usa ancora scontri. Obama: «Cambiamo l'America»
George Floyd era positivo al coronavirus: la conferma dall'autopsia. Negli Usa ancora scontri. Obama: «Cambiamo l'America»
di Simone Pierini
Giovedì 4 Giugno 2020, 10:18 - Ultimo agg. 12:26
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George Floyd, morto nel corso di un arresto a Minneapolis lunedì scorso, era positivo al coronavirus. È quanto emerso dalla nuova autopsia condotta sul corpo dell'uomo, riferisce la Cnn, secondo cui il tampone nasale condotto post mortem è risultato «positivo al Covid19». Il medico legale Andrew Baker ha spiegato che questo tipo di test condotto in sede di autopsia può rilevare la positività anche «settimane dopo l'insorgere della malattia e la sua risoluzione». In ogni caso, ha sottolineato, «il risultato dell'autopsia riflette una positività asintomatica ma persistente» che non ha avuto alcun ruolo nella morte di Floyd. 

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Nel frattempo almeno 90 persone sono state arrestate nella notte a New York durante le nuove proteste. Il capo del dipartimento della polizia della città, Terrance Monahan, ha riferito che la situazione ieri sera è stata relativamente tranquilla e che non si sono registrati saccheggi. La notte precedente gli arresti erano stati 280. 

Peggio è andato a New Orleans con lacrimogeni contro i manifestanti e arresti ad Atlanta. A New Orleans, in Louisiana, la polizia è ricorsa ai lacrimogeni per disperdere i manifestanti accusati di non aver rispettato «l'ordine di non tentare di attraversare la Crescent City Connection», il ponte sul Mississippi. «Escalation e confronto fanno male a tutti noi», si legge in un tweet del New Orleans Police Department (Nopd). La polizia di Atlanta, in Georgia, ha invece confermato l'arresto di 43 persone fermate durante le proteste di ieri, che qui sono comunque state per lo più pacifiche dopo giorni di tensione alle stelle e violenze.

Sono almeno 200 invece le unità della Guardia nazionale mobilitate nella contea di San Diego, in California, su richiesta dello sceriffo Bill Gore. «Sosterranno le forze di sicurezza locali per evitare atti di vandalismo - si legge in un tweet del Dipartimento dello sceriffo della contea di San Diego - Contribuiranno a proteggere le nostre comunità garantendo al contempo il diritto di tutti a protestare». «Lavoreranno - spiega un altro tweet - al fianco delle forze dell'ordine per garantire, durante le proteste, la sicurezza di infrastrutture cruciali (edifici pubblici, tribunali, reti elettriche..) per evitare saccheggi e incendi».

OBAMA: «GIORNI TRAGICI POSSONO CAMBIARE L'AMERICA»

Le proteste che dilagano negli Stati Uniti dalla morte dell'afroamericano George Floyd, durante un fermo di polizia a Minneapolis, sono un'occasione per un «risveglio» politico, per «cambiare l'America», nonostante il momento «tragico» e «incerto». Così l'ex presidente Barack Obama, che ha chiesto «a ogni sindaco di questo Paese» di riformare la polizia e che, nelle prime dichiarazioni dall'inizio delle proteste, ha parlato direttamente agli afroamericani: «Le vostre vite contano», ha detto. Queste giornate, ha affermato, «offrono un'opportunità per lavorare tutti insieme», per «cambiare l'America e portarla all'altezza dei suoi ideali». «Voglio che sappiate che voi contate - ha detto l'ex presidente nel discorso in streaming durante un evento organizzato dalla My Brother's Keeper Alliance, un programma della Obama Foundation - Voglio che sappiate che le vostre vite contano, che i vostri sogni contano». Obama ha parlato «direttamente ai giovani e alle giovani di colore in questo Paese che - ha proseguito - hanno assistito a troppa violenza, e troppo spesso parte di questa violenza viene da persone che avrebbero dovuto servirli e proteggerli». Ai manifestanti pacifici ha ricordato che hanno «il potere di cambiare le cose».
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