Al termine della celebrazione il patriarca è sceso in processione nella Grotta con il Bambino, per porlo nel luogo della nascita di Gesù.
Gaza
Con una messa celebrata nella piccola parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, ha aperto la porta santa. Così anche la comunità cristiana di Gaza, impossibilitata ad uscire dal territorio, da domenica scorsa può compiere il gesto simbolico del Giubileo della Misericordia. Gli auguri di pace per il nuovo anno. A varcare la Porta Santa a Gaza saranno in tutto poco meno di 200 fedeli, guidati dal parroco, padre Mario da Silva. Un anno da vivere in mezzo ad «un odio crescente» causato dalle guerre, ben tre negli ultimi nove anni, e da una «ricostruzione, che procede con lentezza, ha spiegato padre Mario al Sir. La disoccupazione è drammatica. Quella giovanile si attesta al 40%. Non ci sono soldi per vivere - ha riferito il parroco -. E i giovani non possono emigrare perchè non viene loro permesso. Possiamo contare solo sugli aiuti umanitari esterni, quando viene concesso di entrare nella Striscia». Dal 2007, infatti, Israele impone alla Striscia un blocco di merci e non solo. La popolazione subisce la mancanza di acqua, luce, carburante, materiali per la ricostruzione e generi di prima necessità. «Nel nostro piccolo cerchiamo di spargere semi di perdono e di riconciliazione, innanzitutto fra di noi - ha detto padre Mario - tra i cristiani possiamo predicare il Vangelo ma non tra i musulmani con i quali cerchiamo di tessere relazioni di rispetto e conoscenza anche attraverso la solidarietà. Muoversi in questo clima di odio è difficile, e sono convinto che più di tante parole valga l'esempio. Vivere in armonia ci fa stare meglio soprattutto se intorno a noi trionfano abusi e ingiustizie». L'apertura del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, ha osservato padre Mario è, per i cristiani di Gaza, «come un bicchiere di acqua fresca per l'assetato, un tempo di verifica e di impegno per proseguire con coraggio sulla strada tracciata dal Vangelo». «E pensare - ha rivelato sorridendo - che all'inizio erano due le Porte Sante previste nella diocesi: una a Nazareth e l'altra nella basilica del Getsemani, presso l'Orto degli Ulivi, a Gerusalemme. Abbiamo detto al patriarca Fouad Twal che sarebbe stato impossibile, per noi, uscire dalla Striscia per venire a celebrare il Giubileo. Così ha voluto che nella nostra parrocchia fosse aggiunta una terza porta santa». È stato quindi lo stesso patriarca ad aprirla il 20 dicembre in occasione della tradizionale celebrazione natalizia.