Ue e Merkel: «Aperti a collaborare con nuovo governo»

Ue e Merkel: «Aperti a collaborare con nuovo governo»
Venerdì 1 Giugno 2018, 16:31 - Ultimo agg. 20:30
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Se la tempistica in diplomazia conta qualcosa, l'elenco degli 'amicì del nuovo Governo giallo-verde all'estero è già fatto guardando all'ordine d'arrivo delle congratulazioni. Le prime sono quelle di Putin, seguite dai messaggi dei vertici delle istituzioni europee, Juncker, Tusk e Tajani, e via via delle altre cancellerie. Anche se i leader europei, a partire dalla Merkel, sono giorni che ripetono di essere pronti a collaborare con i nuovi inquilini di Palazzo Chigi. E ora che questi hanno un volto e un nome, i partner Ue ribadiscono la piena disponibilità anche all'ascolto delle loro idee e proposte, con l'auspicio che il «rispetto» sia reciproco. Dopo le incomprensioni, gaffe ed equivoci dei giorni scorsi, e dopo l'ondata di panico sui mercati che ha riportato gli Stati membri al dramma della crisi greca, ora l'Europa cerca di non fare passi falsi.

E apre alla cooperazione con «il primo Governo populista dell'Eurozona» - come lo definisce unanime la stampa internazionale - pur nel timore di doverne parare le uscite euroscettiche molto presto. Forse già a partire da martedì, quando il neo ministro Matteo Salvini potrebbe fare la sua prima apparizione al Consiglio Interni in Lussemburgo, proprio per mettere mano al dossier immigrazione e discutere della contestata riforma di Dublino. Nel congratularsi con il premier Giuseppe Conte, il presidente Juncker gli assicura che «la Commissione sarà come in passato al fianco dell'Italia nel percorso di riforme e attenta alle sue attese e proposte per il futuro dell'Unione».

E gli ricorda il «ruolo di primo piano» che l'Italia avrà nella gestione delle sfide strategiche, dall'immigrazione alla riforma dell'Eurozona. Ruolo che le viene «dalla forza delle sue proposte, della sua responsabilità di Stato fondatore, del suo interesse ad una più intensa integrazione europea». Juncker traccia insomma i confini dell'azione del nuovo Governo, che nessuno nelle istituzioni comuni vede fuori dall'Ue o in aperto contrasto con essa. L'aspettativa è per un Governo del cambiamento sì, ma attraverso un dialogo costante con i partner dell'Unione. «Come Stati membri fondatori dell'Ue la nostra collaborazione si basa sui nostri comuni valori europei», scrive a Conte anche la Merkel. Mentre Tajani invita il neo premier ad esporre le sue idee al Parlamento europeo, Tusk sottolinea che la sua nomina «arriva in un momento cruciale per l'Italia e l'intera Unione», e ricorda che «per superare le nostre sfide comuni, ci serve unità e solidarietà più che mai».

La prima occasione per dimostrare la volontà di collaborare sarà il G7 del Canada, l'8 e il 9 giugno, dove Conte troverà anche Tusk e Juncker.
Dopo appena venti giorni si confronterà per la prima volta con tutti i leader europei nel vertice a Bruxelles, dedicato alle riforme della zona euro, alla ricerca del delicato equilibrio tra condivisione e riduzione dei rischi, ovvero la scelta di una vera solidarietà anche economica oppure no. È allora che il nuovo Governo dovrà cominciare a tessere la tela delle alleanze, decidendo con chi schierarsi: se dalla parte di Francia e Germania, che arriveranno come sempre al summit Ue con una posizione comune, oppure contro, magari con Paesi più critici dell'asse franco-tedesco che finora ha guidato le scelte europee.
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