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Guerra nucleare, il (vero) piano degli Stati Uniti: evocare lo scenario peggiore per fermare Putin

Guerra nucleare, il (vero) piano degli Stati Uniti: evocare lo scenario peggiore per fermare Putin
Guerra nucleare, il (vero) piano degli Stati Uniti: evocare lo scenario peggiore per fermare Putin
di Marco Ventura
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 8 Ottobre 2022, 06:30 - Ultimo agg. : 9 Ottobre, 10:10
4 Minuti di Lettura

L'incubo nucleare fa breccia nelle cancellerie europee e in America. A mano a mano che dal fronte arrivano notizie dell'avanzata ucraina, e dalla Russia segnali della crescente debolezza di Putin anche all'interno della sua stessa cerchia di potenti e signori della guerra, aumenta il rischio di una reazione da topo in gabbia o da muoia Sansone con tutti i filistei. Immagine che in questi giorni aleggia nelle segrete stanze della Nato. Ed è per questo che il presidente Joe Biden ha deciso di lanciare un messaggio catastrofico, quasi minaccioso. Il biblico Armageddon.

APPROFONDIMENTI
Guerra nucleare, l'ambasciatore Stefanini: «Da Washington messaggio a Zelensky»
Russia, la storia del gruppo militare Wagner: da carcerati a mercenari contro l’Ucraina
Putin ha «già deciso di usare le armi nucleari»: le indiscrezioni dell'analista Valery Solevey

L'analisi

Un'evocazione dell'escalation nucleare se mai Putin dovesse ricorrere all'arma tattica. Parole che da un lato tradiscono la preoccupazione per la serietà delle minacce nucleari di Putin, che non sono un bluff ma una concreta opzione politico-militare nel risiko ucraino, dall'altro sono un tentativo di puntellare l'appoggio degli alleati europei a Kiev, anche nello scenario peggiore. Di disinnescare in anticipo l'effetto del possibile uso putiniano della mini-atomica, il temuto liberi tutti in cui l'impatto psicologico della bomba delle bombe costringerebbe alla resa gli ucraini, con l'Unione europea indisponibile a scendere sul terreno del confronto nucleare ai propri confini. Nulla di nuovo in realtà sul fronte orientale. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, precisa che non ci sono informazioni di intelligence che abbiano indotto Biden ad alzare il livello dello scontro verbale. L'esperto scientifico e editorialista del New York Times, William J. Broad, conferma che «non c'è nessuna concreta preparazione da parte russa di una guerra nucleare, ma un dramma che Putin sta inscenando, una tattica terroristica». Il che non impedisce però che lo Zar possa davvero spingere il bottone nuke. «Putin è imprevedibile, come questa invasione dell'Ucraina che tutti avevano detto non ci sarebbe stata e poi c'è stata». Anche la notizia che i droni iraniani non stanno facendo la differenza a favore dei russi, mentre gli armamenti occidentali in mano agli ucraini (vedi gli Himars) sono ben più efficaci, alimenta l'ansia per la risposta di Mosca. Chiunque può andare su internet e con pochi click verificare gli effetti di un attacco nucleare sul sito nuclearsecrecy.com, digitando target e potenza della testata. «L'arma tattica nucleare può avere le dimensioni di un cocomero o stare dentro il palmo di una mano spiega Broad e essere più potente di qualsiasi arma convenzionale. I russi ne hanno 2mila, noi in Europa un centinaio. Perché? Si è voluto ridurne il numero per paura che finissero, minuscole come sono, in mano a qualche terrorista».

 

Le preoccupazioni

Nel quartier generale dell'Alleanza, a Bruxelles, gli analisti hanno già steso tutte le varianti possibili di attacco nucleare e risposta occidentale. Perché l'arma tattica può essere calibrata per distruggere un ponte, un isolato, una città, un'intera regione, ma in ogni caso l'effetto voluto è soprattutto politico e psicologico. L'arma tattica non produce il fungo di Hiroshima, l'obiettivo è «escalate to de-escalate». Accendere per spegnere. Alzare il livello per abbassarlo e resettare tutto. È la dottrina di Mosca dai tempi dell'Unione sovietica, per vincere una guerra persa. E, almeno a parole, questa volta lo stanno facendo (in anticipo) gli Stati Uniti. Putin non ha lesinato avvertimenti, senza riuscire a spaventare gli ucraini e, incredibilmente, neppure gli europei. Ma se pescasse tra 2mila mini-atomiche, «il giorno in cui dovesse tirarle fuori sarebbe terrificante per tutti», dice Broad. Al solito, i primi a segnalare il pericolo sono stati i britannici, per i quali dall'inizio quella nucleare è stata una possibilità concreta. Matthew Kroenig, vicepresidente dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell'Atlantic Council, interpellato dal Daily Telegraph, ha spiegato che Putin non accetterà di perdere la Guerra prima di aver provato l'arma nucleare. Gli basterebbe una mini-atomica su un bersaglio circoscritto: una nave ucraina nel Mar Nero, un caccia di Kiev, un villaggetto... «Tutti diranno: Dio mio, Putin ha lanciato l'atomica!. La Nato, per il momento, è pronta a rispondere con armi convenzionali. Che possono essere altrettanto se non più devastanti del cocomero atomico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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