LA GUERRA

Attentato San Pietroburgo, la confessione di Darya Trepova in un video: «Ho portato una statuetta che poi è esplosa»

È stata arrestata Daria Trepova, la donna ricercata dalle autorità russe in relazione alla morte del blogger militare Vladlen Tatarsky

Attentato San Pietroburgo, la confessione di Darya Trepova in un video: «Ho portato una statuetta che poi è esplosa»
Attentato San Pietroburgo, la confessione di Darya Trepova in un video: «Ho portato una statuetta che poi è esplosa»
Lunedì 3 Aprile 2023, 07:41 - Ultimo agg. 4 Aprile, 11:57

Putin decora il blogger ucciso

Vladimir Putin ha decorato con un'onorificenza postuma il blogger militare nazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso ieri in un attentato a San Pietroburgo. «Conferimento (postumo) dell'Ordine del Coraggio a Maxim Yuryevich Fomin (Vladlen Tatarsky), un corrispondente militare, per il coraggio e il valore manifestati durante il servizio», si legge in un decreto pubblicato in serata, secondo quanto riporta Interfax.

Dissidente russo: partigiani San Pietroburgo dietro attacco a Tatarsky

«Ovviamente il governo ucraino non ha niente a che fare» con l'attentato in cui ha perso la vita il blogger militare Vladlen Tatarsky. «Sono stati i partigiani russi», per la precisione «un gruppo locale di San Pietroburgo». Lo afferma all'Adnkronos Ilya Ponomarev, politico russo in esilio in Ucraina, secondo cui la guerra «sta arrivando in Russia». «Conosco le persone che sono dietro l'attacco, ma non posso rivelare nulla. Sono loro che devono fare una dichiarazione pubblica e non voglio fare niente contro la loro volontà», spiega l'ex deputato della Duma e miliardario, precisando di non aver mai sentito il nome di Darya Trepova, la 26enne arrestata perché principale sospettata dell'attentato. «Non ho mai sentito il suo nome prima. Non ci conosciamo, quindi non posso dire nulla al riguardo», dichiara. Ponomarev non ritiene l'omicidio di Tatarsky un segnale al leader del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, come ipotizzato da alcuni osservatori. «È stato un segnale in generale per le élite russe che Putin non è in grado di proteggere nessuno, che tutti sono in pericolo e che se si sostiene la guerra è meglio stare attenti», sostiene il politico in esilio, sottolineando come la Russia sia «un Paese in guerra e un Paese in guerra, per definizione, non può essere un luogo sicuro».

Attentato a San Pietroburgo: arrestata una seconda persona

Una seconda persona è stata arrestata in relazione all'attentato a San Pietroburgo in cui ha perso la vita il blogger militare Vladlen Tatarsky. Lo riferisce il sito d'informazione russo 'The Insider', spiegando di aver appreso la notizia da Dmitry Rylov, il marito di Darya Trepova, la 26enne arrestata in quanto principale sospettata per l'omicidio. Secondo Rylov, le autorità hanno arrestato Dmitry Kasintsev, suo amico e proprietario dell'appartamento dove Trepova è stata arrestata. Le autorità russe non hanno ancora confermato l'arresto. Il canale Telegram Shot ha pubblicato un video del presunto arresto di Kasintsev mostrando un gruppo di agenti in borghese portare via un uomo in manette.

La "confessione" di Darya Trepova in video

«Ho portato una statuetta che poi è esplosa»: così Darya Trepova, la donna sospettata di avere compiuto l'attentato di ieri un un caffè di San Pietroburgo, risponde alla domanda di chi la interroga in un video diffuso dall'agenzia Ria Novosti. Alla domanda «chi te l'ha data?», la giovane risponde: «Posso dirlo dopo?». Darya Trepova appare in camicia bianca e con i capelli più corti rispetto alle immagini di sicurezza che la mostravano mentre entrava nel caffè portando un pacco.

 

 

Il marito di Darya Trepova: è stata incastrata

Il marito della donna accusata dell'attentato che ha ucciso a San Pietroburgo il giornalista militare russo Vladlen Tatarsky si è detto convinto che sia stata «incastrata». Dmitry Rylov, che non è in Russia, lo ha detto in un'intervista alla testata indipendente russa The Insider, ripresa da Cnn. «Daria ha detto di essere stata incastrata, e io sono completamente d'accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questa statuetta, in cui c'era qualcosa... Ne abbiamo parlato almeno due volte. Dasha, in linea di principio, non è il tipo di persona che potrebbe uccidere qualcuno», ha aggiunto Rylov.

 

 

 

Il video di Darya Trepova

In un video ripreso da telecamere di sicurezza e diffuso da vari canali Telegram davanti al caffè di San Pietroburgo dove ieri è avvenuto un attentato, si vede una giovane donna, che viene indicata come Darya Trepova, mentre entra nel locale portando un grande pacco. Secondo alcuni testimoni, l'esplosivo sarebbe stato nascosto in una statuetta che la donna avrebbe dato in regalo al giornalista-blogger Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky. Ma ufficialmente le autorità russe non hanno fornito alcuna informazione sulle modalità dell'attentato. Nel video si vede una giovane donna con lunghi capelli biondi e con indosso un lungo cappotto che si avvicina all'entrata del caffè, posto all'angolo di una strada, ma poi passa senza fermarsi. Soltanto in seguito torna indietro e apre la porta del locale.

L'arresto di Daria Trepova per la morte del blogger militare Vladlen Tatarsky

È stata arrestata Daria Trepova, la donna ricercata dalle autorità russe in relazione alla morte del blogger militare Vladlen Tatarsky. Lo rende noto la Tass, che cita fonti che spiegando che la donna «è stata detenuta, da agenti della comitato investigativo russo, insieme ai servizi operativi, perché sospetta di coinvolgimento nell'esplosione nel bar di San Pietroburgo».

 

Trepova è stata arrestata nell'appartamento che aveva preso in affitto a San Pietroburgo a marzo, dopo essersi trasferita in città da Mosca, ha reso noto il sito di notizie locali Fontanka. Secondo altri siti di notizie della città, Shot e 112, l'appartamento si trova a soli cinque minuti a piedi dal locale in cui Tatarsky ieri è stato ucciso. Secondo Shot, Trepova ieri è andata a casa a cambiarsi abiti dopo l'attentato.

Nato, Russia: più presenza militare verso ovest dopo ingresso Finlandia

«La Federazione russa rafforzerà il suo potenziale militare verso Ovest e Nordovest in risposta all'ingresso della Finlandia della Nato».

Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti.

Cremlino: tagli petrolio in interesse mercati energia

I tagli alla produzione petrolifera sono «nell'interesse dei mercati globali dell'energia». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Tass dopo il taglio di produzione di un milione di barili al giorno deciso dall'Opec+.

Cremlino: il regime di Kiev sostiene il terrorismo

«Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche» ed ecco «perché l'operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito all'attentato di ieri a San Pietroburgo. «Questo regime è dietro l'assassinio di Darya Dugina e molto probabilmente dietro l'assassinio di Fomin», ha aggiunto Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti

Bomba a San Pietroburgo, 32 feriti

Sale a 32 il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione avvenuta ieri in un caffè di San Pietroburgo in cui è rimasto ucciso il blogger militare Vladlen Tatarsky, il cui vero nome era Maksim Fomin. Tra i feriti, secondo quanto riporta l'agenzia russa Ria Novosti, 10 versano in gravi condizioni. Secondo informazioni riportate da Anton Gerashenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino, il locale sarebbe stato riconducibile in passato a Yevgheny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner. Secondo le prime informazioni fornite dagli inquirenti, sarebbero stati utilizzati almeno 200 grammi di esplosivo, nascosti in una statuetta. L'esplosione ha devastato il locale, distruggendo anche le vetrate. Fomin, seguito su Telegram da oltre 560mila persone, era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l'appoggio totale all'invasione dell'Ucraina ed era apparso come ospite del gruppo pro guerra chiamato Cyber Front Z. Le autorità russe hanno aperto un'inchiesta per omicidio.

Kiev: il piano in 12 punti per riconquistare la Crimea annessa da Putin nel 2014

di Mauro Evangelisti

L’Ucraina ha pronto un piano di dodici punti per come comportarsi in Crimea dopo la sua liberazione (sempre ovviamente che davvero possa riconquistarla). Alcuni esempi: andrà abbattuto il ponte di Kerch, vanto di Putin fatto costruire dopo l’occupazione della Crimea nel 2014: unisce il territorio della Federazione russa alla penisola sottratta all’Ucraina.

Si punta a processare i collaborazionisti e rimuovere il diritto alla pensione ai funzionari che in questi anni si sono schierati con gli occupanti. Vanno allontanati tutti i russi che, dal 2014, sono stati inviati da Mosca in Crimea. Ancora: è necessaria una opera di contro informazione tra la popolazione, che in questi quasi dieci anni ha dovuto sorbirsi la propaganda putinista, in modo da ripristinare la verità (quanto meno dal punto di vista ucraino) operando sul modello di quanto avvenne in Germania dopo la seconda guerra mondiale con la «denazificazione» (e qui paradossalmente viene alla mente il linguaggio di Putin che invece sostiene di volere “denazificare” l’Ucraina). Infine, cambiare il nome della città più importante, Sebastopoli, che richiama il concetto di «gloria della Russia», facendo decidere al Parlamento di Kiev sull’alternativa (possibile come nuova denominazione Akhtiar).


Questi sono alcuni dei punti del piano per la Crimea liberata, diffuso ieri da Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino. Va ricordato che la Federazione russa, solo per sedersi al tavolo dei negoziati, chiede il riconoscimento dell’annessione della Crimea oltre che di tutti i territori occupati con l’invasione cominciata il 24 febbraio del 2022. Kiev, però, ha sempre affermato che ogni trattativa può ripartire solo con il ripristino dello scenario precedente all’attacco russo dell’anno scorso, ma anche con la restituzione della Crimea sottratta nel 2014.

Negli ambienti della Casa Bianca e del Pentagono, in più occasioni, è stata fatta trapelare perplessità sulla possibilità che Kiev possa recuperare la Crimea, ma Zelensky su questo non sembra disponibile ad arretrare. E la preparazione di un piano così dettagliato sembra confermarlo. La parte più scivolosa è quella della caccia ai collaborazionisti.


ESAMI
Secondo Danilov, dopo la liberazione della penisola dovrà essere attivato un «meccanismo di valutazione del grado di coinvolgimento di cittadini ucraini e residenti in Crimea nel sostegno alle attività delle amministrazioni di occupazione, che include la restrizione dei diritti civili, compresa la partecipazione alle elezioni». Per i dipendenti pubblici, i giudici, i pubblici ministeri, i funzionari delle forze dell’ordine e altre categorie di persone «che in Crimea prima erano stati fedeli all’autorità ucraina e oggi lavorano per le strutture di occupazione» il piano prevede che se saranno riconosciute responsabilità, saranno privati della pensione o non potranno più lavorare per l’Ucraina. I russi arrivati dopo l’invasione dovranno lasciare la Crimea, mentre saranno rilasciati tutti i cittadini ucraini perseguitati dalla Federazione Russa per motivi politici dal 2014, «con il risarcimento dei danni morali».


Dopo la consegna del nuovo materiale bellico da parte dei Paesi occidentali, a partire dalle prime forniture dei tank Leopard 2, l’esercito ucraino sta preparando la controffensiva, mentre Putin ha alzato il livello della minaccia a Nord con l’annuncio del posizione di armi tattiche nucleari in Bielorussia. Ieri, sul fronte orientale, ci sono stati nuovi bombardamenti in cui hanno perso la vita sei civili ucraini. È successo a Kostiantynivka, nell’oblast di Donetsk. A Sumy, nel Nord-est, colpi di mortaio dall’esercito russo hanno colpito un camion per il trasporto del latte. Due le vittime. La resistenza degli ucraini a Bakhmut, una piccola città dell’Est dove si sta combattendo da otto mesi, sta diventando imbarazzante per i russi, anche se ieri notte la Wagner ha rivendicato la presa del municipio della città. Si prevede l’ennesimo cambio dei vertici militari russi, dopo il deludente andamento della guerra in inverno.

Scrive Isw, l’istituto di analisi americano: «Fonti russe, ucraine e occidentali hanno osservato che l’offensiva invernale non è riuscita a raggiungere gli obiettivi del Cremlino di impadronirsi di tutte le regioni di Donetsk e Lugansk entro il 31 marzo come avevano programmato. La Russia potrebbe presto effettuare una sorta di rimpasto del suo comando militare di alto livello a causa della fallita offensiva invernale». Secondo il Ministero della Difesa britannico rischia di essere rimosso il capo di stato maggiore russo, Valerij Gerasimov, che pure era stato nominato alla guida delle operazioni in Ucraina in gennaio.
 

 

Guerra in Ucraina diretta oggi 3 aprile, quattordicesimo mese dall'aggressione della Russia.

Le milizie russe hanno conquistato Bakhmut, anzi no: Kiev continua a smentire. Fatto stata che secondo la compagnia di mercenari Wagner la città è caduta A darne l'annuncio nel cuore della notte è stato Yevgeny Prigozhin, che ha postato un video in cui ha affermato che la bandiera russa è stata issata sull'edificio dell'amministrazione comunale della cittadina del Donbass, da mesi teatro di furiosi combattimenti con gli ucraini. «Tecnicamente, controlliamo la città», mentre il «nemico è rimasto nei quartieri occidentali», ha aggiunto lo 'chef di Putin'. Con un gesto ancora più plateale: dedicare questa vittoria al blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso alcune ore prima in un attentato in un caffè di San Pietroburgo. I due erano considerati vicini, accomunati dalle aspre e ripetute critiche mosse contro i comandi militari di Mosca per gli scarsi successi nell'offensiva in Ucraina.

L'annuncio di Prigozhin è arrivato dopo che Kiev ha rivelato di aver pronto un piano in 12 punti per riprendersi la Crimea. 

Al fronte le forze ucraine si preparano ad utilizzare le nuove dotazioni militari occidentali per sferrare la controffensiva di primavera e che anche le ultime indicazioni indicano come imminente.

Forniture, come ad esempio i carri armati, che potrebbero servire a tenere la difesa - pur stremata - della città di Bakhmut, nonostante i proclami di vittoria dei Wagner. Secondo le forze armate di difesa, inoltre, l'esercito russo è stato costretto a ritirarsi da alcune posizioni in direzione di Donetsk, proprio dove le truppe ucraine stanno installando posizioni difensive.

Fallimenti e insuccessi delle forze di Vladimir Putin in Donbass sottolineati anche dal think tank americano Institute for the study of the war, che potrebbero preludere anche a cambiamenti ai vertici militari. «Fonti russe, ucraine e occidentali hanno osservato che l'offensiva invernale russa non è riuscita a raggiungere gli obiettivi del Cremlino di impadronirsi di tutte le regioni di Donetsk e Lugansk entro il 31 marzo» come avevano programmato, scrive nel suo ultimo report Isw, precisando quindi che «la Russia potrebbe presto effettuare una sorta di rimpasto del suo comando militare di alto livello a causa della fallita offensiva invernale» in Ucraina. L'intelligence britannica, ad esempio, ha già dato in bilico la posizione del capo di stato maggiore russo, Valerij Gerasimov.

© RIPRODUZIONE RISERVATA