Russia, il fallimento dell'aeronautica: frenata dalle sue stesse armi

Russia, il fallimento dell'aeronautica: frenata dalle sue stesse armi
Russia, il fallimento dell'aeronautica: frenata dalle sue stesse armi
di Gianluca Cordella
Giovedì 23 Giugno 2022, 13:24 - Ultimo agg. 24 Giugno, 14:25
4 Minuti di Lettura

Sulle cause che hanno determinato lo stallo dell’avanzata russa in Ucraina ce n’è una che mette tutti d’accordo: gli scarsi risultati ottenuti dall’aeronautica di Putin. Un fallimento per certi versi sorprendente. C’è chi ha parlato di scarsa capacità tattica o di preparazione dei piloti non sempre all’altezza. Ma c’è un dato che più di tutti è significativo. L’esercito di Zelensky usa aerei e mezzi di contraerea identici a quelli in dotazione alle truppe del Cremlino. Con un’aggiunta non sottostimabile: le forniture all’esercito di Kiev risalgono a molti anni fa. Vien da sé che i russi stiano affrontando mezzi che conoscono molto bene e per di più in una versione meno sviluppata rispetto a quelli che hanno loro in dotazione sul campo.

Jet Su-34 russo abbattuto dagli ucraini: può volare con ogni condizione meteo e trasportare 12 tonnellate di esplosivi

«Trovo sorprendente l’insuccesso della Russia nei cieli, perché i sistemi contro cui stanno andando sono i loro stessi sistemi. Dovrebbero conoscerli abbastanza bene e sapere come neutralizzarli - ha detto il generale Charles Brown, capo di Stato maggiore della Us Air Force, parlando all’Hudson Institute di Washington - La domanda viene naturale: come mai non riescono a contrastare sistemi che conoscono a fondo?».

E si torna quindi alla preparazione militare del corpo che evidentemente non era così d’élite come tutto il mondo ha sempre creduto. Un problema non da poco per Putin considerando che proprio l’inefficienza dell’aeronautica ha rallentato, se non proprio frenato, l’avanzata delle truppe di terra.

La spiegazione è ancora del generale Brown.

«Durante la Guerra del Golfo del 1991 la superiorità aerea delle forze armate statunitensi risultò decisiva in Iraq - spiega - Siamo stati in grado di eliminare molti dei sistemi di difesa terra-aria per “ripulire” le aree e così facendo abbiamo potuto sfruttare caccia ed elicotteri anche per supportare l’avanzata delle forze di terra. In Ucraina questo non è successo, i russi non sono mai riusciti a sopprimere davvero la difesa aerea». Con i Mig che dunque hanno sempre dovuto concentrarsi più sul non essere abbattuti che sulla fase d’attacco. Non a caso, secondo fonti di Kiev, a metà maggio erano più di 200 gli aerei russi distrutti nel corso dello scontro. Un dato ovviamente non confermato dalla Difesa di Mosca ma che trova conferma implicita nel fatto che ormai i raid aerei sono sempre più radi, sostituiti dall’offensiva via terra con i missili a lungo raggio.

Ucraina, contrattacco con i droni: raid nel territorio russo

IL PROBLEMA UCRAINO

A far pendere l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte, relativamente alla battaglia nei cieli, sarà dunque l’aiuto internazionale. Nella flotta ucraina ci sono i bombardieri Su-24 e Su-25 e i caccia MiG-29 e Su-27, tutti di fabbricazione sovietica. E molti degli stessi mezzi sono stati inviati a Zelensky come rinforzo dai Paesi vicini facenti parte della vecchia aera filo-sovietica. In sostanza: la flotta c’è, ma invecchia e i pezzi di ricambio (oltre alle competenze necessarie per gestire aerei della vecchia guardia) iniziano a essere difficilmente reperibili. Per questo l’Ucraina sta chiedendo sempre più a gran voce agli Stati Uniti e alle altre forze della Nato di fornire aerei da combattimento più moderni di fabbricazione occidentale. Ma qui spunta lo scoglio perché un aiuto militare di questo genere potrebbe causare l’escalation della reazione russa, con l’annessa minaccia di una ritorsione nucleare, oltre al secondario rischio di uno “spreco” considerando che i piloti ucraini non sono addestrati per usare questi aerei nel modo più efficace possibile.

Facile dunque che lo scontro prosegua come ormai sta proseguendo da giorni: confinato nell’Ucraina orientale. Una zona poco “ospitale” per le operazioni aeree ma anche “scomoda” per l’organizzazione della contraerea delle forze di difesa. E che lo scontro prosegua più che altro a terra, con buona pace della grande flotta aerea russa che evidentemente era grande solo nei numeri.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA