Quest'anno il prestigioso premio europeo intitolato alla memoria di Carlo Magno - in passato assegnato anche a De Gasperi, Adenauer, Schumann, la Merkel, Papa Francesco e Papa Wojtyla - andrà al presidente ucraino Zelenski. Il riconoscimento istituito nell'immediato dopoguerra è intitolato all'imperatore del Sacro Romano Impero perchè considerato dagli storici il primo fautore dell'Europa unita. Il Presidente dell'Ucraina Vladimir Zelensky secondo la stampa tedesca potrebbe di conseguenza visitare la Germania a maggio per la prima volta dall'inizio della guerra e partecipare personalmente alla consegna del Premio nella città di Aquisgrana. Finora Zelensky ha già visitato gli Stati Uniti, la Francia e la Polonia.
Sarà il cancelliere tedesco Olaf Scholz a tenere il discorso elogiativo alla prossima cerimonia di consegna.
Il vice rettore dell'università cattolica di Leopoli:«Senza aiuti militari l'Ucraina sarà rovinata»
Proprio in questi giorni la presidente del Consiglio della Chiesa protestante in Germania ha difeso le forniture di armi all'Ucraina dalle critiche di molti pastori protestanti. «Sono infastidita da questa alternativa costruita tra forniture di armi e colloqui, visto che le armi sono necessarie per consentire alla popolazione di difendersi», ha riferito Annette Kurschus secondo quanto riportato dalla agenzia cattolica KNA.
Papa Bergoglio quando nel 2016 ritirò il premio (di 5 mila euro) fece un discorso in cui parlava dei suoi sogni sull'Europa sottolineando il bisogno di un nuovo umanesimo. «Sogno un'Europa in cui essere migrante non sia un delitto»; «Sogno un'Europa dove i giovani respirano l'aria pulita dell'onestà»; «Sogno un'Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate più sui volti che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull'aumento dei beni». Aveva anche parlato di lavoro per tutti e di nuovi modelli economici
Parlava poi di lavoro per tutti e invocava «nuovi modelli economici più inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma a beneficio della gente e della società» sottolineando che per l'Europa il futuro passava attraverso la parola chiave del «dialogo» .