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Guerra Ucraina, il patto per la ricostruzione: all'Italia un "patronato" su Odessa (e l'alleanza per Expo)

Infrastrutture, agroalimentare, energie rinnovabili i principali campi di intervento. Il premier: «Miracolo ucraino come fu per il nostro dopoguerra»

Guerra Ucraina, il patto per la ricostruzione: all'Italia un "patronato" su Odessa (e l'alleanza per Expo)
Guerra Ucraina, il patto per la ricostruzione: all'Italia un "patronato" su Odessa (e l'alleanza per Expo)
di Francesco Bisozzi
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 00:22 - Ultimo agg. : 20 Marzo, 12:00
5 Minuti di Lettura

Il primo passo è stato fatto ieri a Kiev, con la firma della dichiarazione congiunta su pace, percorso per l’ingresso nella Ue e ricostruzione. Ed è la prova che l’Italia giocherà un ruolo importante nel post-guerra in Ucraina. Un intervento a tutto campo (il premier Meloni ha già annunciato di voler organizzare una conferenza ad hoc a Roma) ma anche attraverso le aree di «patronato» di cui ha parlato ieri Zelensky in conferenza stampa. 

APPROFONDIMENTI
Meloni a Kiev: «Italia lavora a conferenza sulla ricostruzione ad aprile»
Il viceministro Cirielli: «Pronti a inviare i caccia, serve un accordo di pace che ci riporti ad un anno fa»
L'intervista a Massolo: «Putin fa solo propaganda, i fatti lo hanno già smentito»

Per l'Italia c'è Odessa (con vista Expo)

E all’Italia, secondo fonti diplomatiche, dovrebbe toccare la zona di Odessa, non solo nell’immediato ma anche nel lungo periodo. Del resto Odessa è, delle regioni ucraine, sicuramente la più “italiana” e la più legata all’Italia anche da motivi culturali (i versi di “O sole mio” vennero composti proprio ad Odessa). Una collaborazione in vista anche di Expo 2030, dove Roma e Odessa sono in corsa (contro Busan e Riad) e, sostanzialmente, alleate. Spiega Meloni: «In Italia il dopoguerra è stato un periodo di crescita e sviluppo tanto che si è parlato di miracolo italiano, sono certa che tra qualche anno potremo parlare di miracolo ucraino, questo è l’impegno che a nome dell’Italia prendo nei confronti dell’Ucraina. Il mondo libero è con voi, vi siamo debitori e non vi dimenticheremo».

 

La strategia e le opportunità per le imprese italiane

Ma quali sono le opportunità per le imprese italiane? Si parte dalla ricostruzione delle infrastrutture, senz’altro. Ma non solo: fari puntati anche su agroindustria, rinnovabili, aerospaziale, telecomunicazioni e difesa. Il premier Giorgia Meloni, nel suo viaggio a Kiev, ha ribadito che l’Italia è pronta a fare la sua parte. «Abbiamo parlato molto di ricostruzione, l’Italia lavora a una conferenza su questo tema da tenersi in aprile. Penso che possiamo recitare un ruolo da protagonista con le nostre eccellenze strategiche», ha sottolineato ieri il premier Meloni dopo l’incontro con Volodymyr Zelensky nella capitale Ucraina. Non a caso, già ieri, con lei c’erano alcuni delegati di Confapi, in rappresentanza delle imprese italiane. Il piano del governo prevede di accompagnare le imprese italiane nell’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese colpito dalla guerra, ripristinare le infrastrutture distrutte dal conflitto, attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale tra le due nazioni.  

Il memorandum

Va in questa direzione anche il Memorandum of Understanding siglato l’anno scorso in occasione della missione di Confindustria a Kiev, con l’obiettivo di intensificare la cooperazione economica e industriale tra i due Stati. La ricostruzione dell’Ucraina è stata paragonata al piano Marshall, ma potrebbe avere dimensioni addirittura maggiori. La partita è ancora alle battute iniziali e finché risuonerà l’eco delle esplosioni gli investimenti non si materializzeranno, nonostante il pressing di Kiev sulle aziende per convincerle ad anticipare i tempi. Quel che è certo è che sono alla finestra grandi gruppi delle costruzioni, dell’acciaio, del cemento, i settori maggiormente coinvolti dalla ricostruzione del Paese. Come detto però pure per le aziende dell’agroalimentare e delle energie rinnovabili, per esempio, ci saranno opportunità.

Il nuovo piano Marshall

Se da un lato è ancora troppo presto per fare un cronoprogramma sull’inizio dei lavori, dall’altro si sta preparando il terreno per un nuovo piano Marshall. In fondo, uno degli obiettivi della missione del premier Giorgia Meloni in Ucraina era anche quello di far conoscere agli interlocutori il sistema Italia e le sue eccellenze. Prima dell’invasione russa l’Italia era il terzo partner dell’Ucraina tra i paesi dell’Unione europea, con un interscambio pari a circa 5,4 miliardi di dollari. Quasi mille imprese italiane esportavano in Ucraina. A gennaio Confindustria, dando seguito alla firma del Memorandum of Understanding siglato con Kiev, ha inaugurato ufficialmente la sua sede in Ucraina. In quell’occasione il numero uno di Viale dell’Astronomia, Carlo Bonomi, aveva ricordato che «Confindustria sta collaborando con il governo nella definizione di strumenti e priorità nella logica di fare sistema». Con lui c’era anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che era già stato in Ucraina lo scorso settembre, per parlare di cooperazione tecnologica e industriale. L’accordo di cooperazione tecnologica e industriale sottoscritto con il vicepremier e ministro dell’economia ucraino Yulia Svyrydenko, è servito a istituire un gruppo di lavoro bilaterale con il compito di coordinare la cooperazione industriale in alcuni settori strategici: logistica, alta tecnologia industriale, spazio, macchinari agricoli, startup e piccole e medie imprese, attrazione degli investimenti, assistenza per lo sviluppo di un marchio di solidarietà “Made in Ucraina” e collaborazione nel settore fieristico con stand ucraini all’interno delle fiere italiane. Intanto per il 2023 l’Ue ha accordato all’Ucraina 18 miliardi di euro in assistenza macrofinanziaria, per aiutare le riparazioni urgenti e aprire la strada alla ricostruzione. Una ricostruzione che porterà l’Ucraina sulla strada dell’Ue.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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