Hong Kong, aggressione alla stazione: l'ombra della mafia

Hong Kong Free Press, Via Twitter
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di Erminia Voccia
Lunedì 22 Luglio 2019, 15:27 - Ultimo agg. 19:05
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Le immagini hanno fatto rapidamente il giro del mondo, le tv stanno mandando in onda le scene di caos, terrore e butalità di ieri ad Hong Kong. Sono almeno 45 le persone rimaste ferite al termine di un'altra giornata di proteste contro il governo di Carrie Lam. Domenica 21 luglio intorno alla mezzanotte ora locale degli uomini col volto coperto e in maglietta bianca hanno colpito manifestanti e viaggiatori con spranghe di ferro e con altri oggetti. Il sospetto è che si tratti di criminalità organizzata. Le violenze si sono verificate alla stazione dei treni di Yuen Long, dove decine di uomini in bianco mascherati hanno aggredito manifestanti, passeggeri dei treni e giornalisti, in maniera indiscriminata, causando il ricovero in ospedale di molti di loro. Ieri a deunciare l'episodio era stato per primo il giornale di Hong Kong South China Morning Post, che da settimane segue con attenzione particolare questa nuova ondata di manifestanzioni pro democrazia nell'ex colonia britannica.

L'aggressione di ieri sta suscitando molte polemiche anche perché la polizia sarebbe intervenuta in ritardo e avrebbe quindi accettato le violenze. Come raccontano molti testimoni, nessun agente sarebbe stato visto anche tempo dopo che gli uomini mascherati avevano fatto irruzione nella stazione. Alcune persone aggredite hanno cercato di proteggersi dai colpi usando gli ombrelli, altre hanno lanciato gli elmetti di protezione contro gli aggressori. L'accusa rivolta alla polizia è di aver sostanzialmente lasciato gli uomini in maglietta bianca liberi di colpire. A partire dalle 23 i treni alla stazione di Yuen Long avevano deviato il percorso perché assalti simili si erano già verificati a Wan Chai, Centrale e Sheung Wan intorno alle 22:30. Anche lì uomini in T-shirts bianca hanno attaccato chiunque fosse vestito di nero. La polizia è arrivata solo alle 23:15, quando la folla era in parte andata via. Gli agenti che hanno raggiunto il luogo degli scontri sono stati circondati dai manifestanti infuriati.

Lam Cheuk-ting, parlamentare dell'opposizione, è stato picchiato al viso e ha perso sangue. Tra i feriti anche una giornalista che è stata colpita la braccio. Lunedì mattina la polizia non aveva eseguito ancora nessun arresto perché, a loro dire, le autorità non erano sicure di chi fosse coinvolto. Il timore è che gli aggressori possano essere legati alla mafia. A tale proposito, ancora il Scmp, scive che la parlamentare pro-establishment Junius Ho Kwan-yiu è apparsa in un video circolato on line in cui stringe la mano agli uomini vestiti di bianco.

Domenica 21 luglio quasi 138 mila manifestanti, secondo la polizia, hanno partecipato alle proteste. Il governo di Hong Kong rispetto alla Cina mantiene una propria autonomia in base al principio "un Paese, due sistemi", con cui la colonia inglese è passata a Pechino nel 1997. I cittadini di Hong Kong ritengono che questa autonomia rischia di essere negata e continuano a manifestare per il rispetto dei principi democratici e per quella che ritengono sia un'erosione delle loro libertà. Sempre ieri alcuni manifestanti hanno lanciato uova contro l'ingresso dell'Ufficio di collegamento del governo di Pechino ad Hong Kong, come ormai da copione la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per allontanarli.
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