«Le nostre intenzioni erano sincere ed erano di colmare alcune lacune normative», ha aggiunto Lam, che ha letto una dichiarazione di oltre dieci minuti prima in cantonese e poi in inglese, volendo ricostruire le ragioni della vicenda. «Forse non stiamo stati sufficientemente efficaci nella comunicazione, ma ora la priorità è quella di ricostruire la pace e l'ordine e la fiducia verso il governo». In un primo momento, la volontà era di approvare la normativa e renderla effettiva a luglio, entro «l'attuale legislatura, ma ora non è più la priorità», ha aggiunto Lam.
Carrie Lam non ha confermato l'incontro con Han Zheng, tra i 7 membri del Comitato permanente del Politburo del Partito comunista cinese, insistendo più volte che Pechino è stata «molto di supporto» sui problemi nati dalla legge sull'estradizione in Cina. «Qualunque politica con risvolti sulla Cina continentale può dare il via a scontri», ha osservato la governatrice in conferenza stampa.
Se è vero che la sua carica è legata a Pechino, «chi la ricopre deve rispondere alla Basic Law (costituzione, ndr) e alla gente di Hong Kong».