Il giallo di Martina, morta a Maiorca: il 'buco' nell'intercettazione e quella parola tradotta male

Il giallo di Martina, morta a Maiorca: il 'buco' nell'intercettazione e quella parola tradotta male
Il giallo di Martina, morta a Maiorca: il 'buco' nell'intercettazione e quella parola tradotta male
Mercoledì 4 Ottobre 2017, 20:46 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 18:56
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Nel caso di Martina Rossi, la studentessa genovese morta precipitando da un balcone del sesto piano a Palma di Maiorca, la difesa dei due aretini Alessandro Albertini e Luca Vanneschi accusati di «morte in conseguenza di altro reato», ha introdotto in aula tre temi: un buco di alcuni minuti in un'intercettazione, una parola chiave tradotta dallo spagnolo in tre differenti modi e documenti fotografici relativi all'estumulazione della salma.

Questa mattina si è celebrata una nuova udienza in vista della decisione del gup del tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli sull'eventuale rinvio a giudizio di due ventenni di Castiglion Fibocchi, prevista nell'udienza del prossimo 21 novembre. L'altro reato, secondo la Procura di Arezzo e secondo il pm Roberto Rossi, sarebbe un tentativo di violenza sessuale ai danni della giovane studentessa ligure morta precipitando dal balcone della camera d'albergo di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011.

L'udienza di questa mattina è durata circa due ore e ha avuto come tema le trascrizioni delle intercettazioni richieste dalla difesa dei due ragazzi: quella del 3 febbraio, nella quale furono carpite le parole delle due amiche di Martina mentre aspettavano di essere interrogate presso la questura di Genova, e quella dell'8 febbraio, quando ad essere intercettati furono i due ragazzi. «Abbiamo scoperto - ha dichiarato l'avvocato di uno dei due giovani, Tibero Baroni - che nella trascrizione c'è una parola chiave che in tre traduzioni diverse assume tre significati diversi».

Il difensore dell'altro ragazzo, Stefano Buricchi, ha prodotto in aula un dossier fotografico: «Si tratta di 95 immagini relative all'esumazione della salma che potrebbero essere - commenta - importanti».
Assistiti da Luca Fanfani e Stefano Savi, in aula c'erano i genitori di Martina Rossi che hanno da subito spiegato di voler seguire ogni fase del procedimento. Il materiale è stato esaminato in aula anche se, secondo l'avvocato Fanfani, non sarebbero emersi elementi decisivi per la difesa.
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