Incendio traghetto in Grecia, il comandante: «Altri 5 minuti e le scialuppe sarebbero andate in fiamme»

Incendio traghetto in Grecia, il comandante: «Altri 5 minuti e le scialuppe sarebbero andate in fiamme»
di Antonino Pane
Domenica 20 Febbraio 2022, 08:41 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 19:56
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«Le fiamme si sono propagate in maniera velocissima, se avessimo aspettato ancora cinque minuti anche la zona delle scialuppe sarebbe stata invasa dalle fiamme». Vincendo Meglio, il comandante della Euroferry Olympia ripercorre per Il Mattino i terribili momenti che lo hanno portato a dichiarare l'abbandono della nave. Procidano, 42 anni, ha gestito la situazione con «freddezza e determinazione», dicono dall'unita di crisi del Gruppo Grimaldi. «Di più non abbiamo potuto fare - sottolinea - al momento in cui ho dichiarato l'abbandono nave tutti i passeggeri, e tutto l'equipaggio era radunato sul ponte. Il commissario di bordo mi ha più volte ripetuto, dopo averli contati, che erano tutti presenti».

E allora perché poi sono mancate 12 persone, di cui due ritrovate più tardi?
«Nel momento in cui è cominciato il trasbordo sulle scialuppe, sono esplosi i serbatoi di alcuni camion parcheggiati a prua.

Veri e propri boati e fiamme alte. Non escludo che per paura qualcuno ha deciso di tuffarsi in mare. Oppure si sono allontanati, senza avvertire nessuno dell'equipaggio, magari per recuperare qualche effetto personale dalla cabina e non sono più riusciti a tornare sul ponte delle scialuppe».

Tutti hanno trovato posto sulle scialuppe?
«Assolutamente sì. Quando sono salito sul ponte non c'era più nessuno. La Olympia è dotata di due scialuppe ognuna capace di ospitare 150 persone. Sono bastate per contenere agevolmente tutti. Ci sono anche le zattere autogonfiabili ma erano inservibili perché già raggiunte dalle fiamme».

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Comandante come si è accorto che qualcosa non andava.
«Sono stato chiamato alle 3,01 dal primo ufficiale Gaetano Giorgianni. Era stato colpito dal fatto che più rilevatori di fumo contemporaneamente si erano attivati. A volte capita che uno si attiva, mandiamo a controllare ma generalmente sono allarmi che rientrano. Questa volta era diverso e Giorgianni lo ha intuito subito. Alle 3,04 ero sul ponte e abbiamo subito attivati i controlli. Le segnalazioni erano tutte molto preoccupanti, il fuoco era già divampato forte e il fumo aveva invaso molti locali».

La prima azione?
«Avevamo notato a poppavia una unità della Guardia di Finanza. Tramite VHF ho subito chiesto assistenza al comandante perché avevamo un problema a bordo. Il maggiore Simone Cristalli, comandante del Monte Sperone, mi ha rassicurato che ci avrebbero seguito da vicino. Le notizie che mi arrivano dai ponti inferiori erano sempre più drammatiche. Quando ho visto lingue di fuoco sia a poppa che a prua ho capito che dovevamo andare via, confortato anche da Antonio Campagnuolo, direttore dall'unita di crisi del Gruppo Grimaldi, che mi ha supportato ogni istante».

Tutti sul ponte scialuppe?
«Sì, questo è stato l'ordine. Una volta radunati ho visto che le fiamme stavano per raggiungere anche questa zona e allora ho dato l'abbandono nave».

Le operazioni sono state veloci?
«Guardi, mi ha aiutato molto il fatto che su questa nave ho navigato per anni come primo ufficiale. Conosco ogni angolo e non ho avuto nessuna difficoltà a guidare le operazioni cercando di mantenere sempre la calma e il sangue freddo. Per fortuna non abbiamo perso tempo. Dalla scialuppa, dopo cinque minuti, ho visto che anche quel ponte era stato invaso dalle fiamme».

Ha potuto accertare che i sistemi antincendio della nave erano in funzione?
«Sicuramente sì. Gli allarmi sono scattati tutti. E non poteva che essere così. Mercoledì scorso la nave è stata ispezionata dall'autorità marittima greca che ha effettuato tutti i controlli, compreso quelli dei sistemi antincendio, e tutto era risultato perfettamente funzionante tanto che non avevamo avuto nessuna notazione».

Siamo rimasti alle scialuppe. E poi?
«Poi è arrivata in nostro soccorso la Monte Sperone e anche alcune motovedette della guardia costiera greca che avevano raccolto tutti i segnali compreso l'abbandono nave. Così dalle scialuppe tutti sono stati trasbordati su mezzi più veloci diretti nel porto di Corfù».

La prima telefonata da terra?
«L'ho fatta a mio padre. Anche lui è stato comandante. Non sapeva nulla dell'accaduto. L'ho tranquillizzato, ora che vedi la televisione non ti preoccupare siamo già a terra».

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