La decisione dell'Onu di togliere all'Iran il diritto di voto all'Assemblea generale «è fondamentalmente viziata, totalmente inaccettabile e assolutamente ingiustificata, perché l'incapacità dell'Iran di onorare i propri obblighi finanziari nei confronti delle Nazioni Unite è la conseguenza diretta» delle sanzioni Usa. Si è pronunciato così il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, in una lettera indirizzata al segretario generale Antonio Guterres che, a gennaio 2021, sempre in una lettera, aveva riportato i nomi dei Paese a rischio di esclusione dal voto perché indebitatisi con l'organizzazione tra i quali comparivano anche la Libia e l'Iran. Nel messaggio, pubblicato sul suo profilo Twitter, il capo della diplomazia iraniana chiede all'Onu di «restare fedele all'oggetto e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e astenersi da qualsiasi decisione che tradisca il principio dell'eguaglianza sovrana degli Stati e danneggi al multilateralismo». La sospensione del diritto di voto è prevista dall'articolo 19 della Carta dell'Onu secondo il quale «il Paese membro dell’organizzazione che sia in arretrato nel pagamento dei suoi contributi finanziari all’Organizzazione non ha voto nell’Assemblea Generale, nel caso l’ammontare dei suoi arretrati eguagli o superi quello dei contributi da lui dovuti per i due anni precedenti». I debiti della Repubblica islamica verso l'Onu ammontano a oltre 16 milioni di euro.
In “black is white” world, UN deprived Iran of its voting rights in the #UNGA as we’re in arrears.
Not considered: US #EconomicTerrorism prevents Iran paying for FOOD, let alone UN dues
My letter to @antonioguterres:
ps: UN can also collect from $110M US stole in recent piracy pic.twitter.com/xe30TsxP8f— Javad Zarif (@JZarif) June 3, 2021
Lo Statuto prevede tuttavia che l’Assemblea generale possa permettere al Paese indebitato di votare se l’Organizzazione riconosce che «la mancanza del pagamento è dovuta a circostanze indipendenti dalla sua volontà».