Abu Mazen: «Rompiamo i rapporti con Israele, non venderò Gerusalemme»

Abu Mazen: «Rompiamo i rapporti con Israele, non accettiamo annessione Gerusalemme»
Abu Mazen: «Rompiamo i rapporti con Israele, non accettiamo annessione Gerusalemme»
Sabato 1 Febbraio 2020, 13:51 - Ultimo agg. 21:59
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Nessuna relazione con Israele, neanche la cooperazione di sicurezza. Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) risponde così al Piano di Pace di Donald Trump e insieme a lui, riunita al Cairo, si schiera l'intera Lega Araba che vota il rigetto dell«L'accordo del Secolò come l'ha chiamato il capo della Casa Bianca. »Non accetterò l'annessione di Gerusalemme e non voglio passare alla storia - ha denunciato Abu Mazen dal podio della riunione d'emergenza nella capitale egiziana - come colui che ha venduto Gerusalemme«. Poi ha aggiunto di aver già informato, con due lettere, sia Israele sia gli Usa (respinti come »unici mediatori di pace«) della sua decisione.

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La sua controproposta al Piano Usa la presenterà - ha rivelato il suo ministro degli Esteri Riad al-Maliki al Consiglio di sicurezza dell'Onu: a quanto sembra l'11 febbraio. Non sono pochi, tuttavia, in Israele gli analisti ad interpretare l'annuncio della rottura delle relazioni più come un ammonimento allo stato ebraico se questi decidesse, come voleva il premier Benyamin Netanyahu, di varare subito, sulla scia del Piano Trump, l'estensione della sovranità agli insediamenti in Cisgiordania e alla Valle del Giordano. E, a questo proposito, è stato ricordato che già a luglio del 2019, in un picco di tensione con Israele, Abu Mazen reagì affermando che non avrebbe più applicato gli accordi vigenti con lo stato ebraico. Sul campo tuttavia non successe niente. Ma questo non toglie nulla alla durezza dell'affondo di oggi contro il Piano americano tanto che il leader dell'Autonomia nazionale palestinese (Anp) ha sottolineato che »gli israeliani devono portare tutta la loro piena responsabilità di potenza occupante«.

Con la proposta di Washington, Usa e Israele - ha ammonito riferendosi a quanto concordato nel 1993 ad Oslo - hanno violato non solo »gli accordi internazionali«, ma anche quelli che »hanno condotto alla creazione dello stato di Israele«. Il Piano, ha sottolineato, »avrà ripercussioni su entrambi le parti del conflitto e l'intera regione«. »Noi crediamo ancora nella pace e vogliano istituire - ha spiegato - un meccanismo multilaterale internazionale per attuare le decisioni di legittimità internazionale«. La base di questo - ha aggiunto - »è l'Iniziativa di Pace Araba« con la fine »dell'occupazione israeliana, la nascita di uno Stato palestinese indipendente e Gerusalemme est sua capitale«. »Non vogliamo che nessuno sia contro l'America. Ciò che vogliamo - ha concluso rivolto ai leader arabi e in particolari di quei Paesi più inclini al Piano Trump - è solo sostegno alla nostra posizione, accettando quello che noi accettiamo e respingendo ciò che noi respingiamo«. E i rappresentanti arabi al Cairo hanno respinto il Piano ritenuto »ingiusto nei confronti dei palestinesi« e non collaboreranno »con l'amministrazione americana per la sua attuazione«.
 
 

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