Attentato Istanbul, 7 arresti. La Turchia bombarda Isis in Siria e Iraq: «200 jihadisti uccisi»

Attentato Istanbul, 7 arresti. La Turchia bombarda Isis in Siria e Iraq: «200 jihadisti uccisi»
Giovedì 14 Gennaio 2016, 10:46 - Ultimo agg. 15:00
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Sono sette i sospetti arrestati finora in relazione all'attentato di due giorni fa nel centro di Istanbul, nel quale hanno perso la vita 10 tedeschi e 15 persone sono rimaste ferite. Lo ha annunciato il ministro turco dell'Interno, Efkan Ala, intervenendo all'ottava Conferenza degli Ambasciatori ad Ankara. Intanto il premier turco Ahmet Davutoglu ha fatto sapere che la Turchia nelle ultime 48 ore ha bombardato postazioni dell'Isis in Siria e Iraq, uccidendo 200 jihadisti, in risposta all'attentato kamikaze di martedì a Istanbul.  «Dopo l'atroce attacco a Istanbul, le nostre forze armate hanno sparato circa 500 colpi di artiglieria e carri armati» contro posizioni dell'Isis al confine con la Siria e in nord Iraq, ha detto Davutoglu.

«Il numero delle persone arrestate, in relazione all'attacco di Istanbul, è salito a sette», ha riferito il ministro, citato dal sito web del quotidiano Hurriyet. Le dichiarazioni di Ala implicano che le forze di sicurezza turche abbiano arrestato altre due persone nelle ultime ore. Ieri sera, infatti, il primo ministro Ahmet Davutoglu, facendo il punto sulle indagini, aveva parlato di cinque persone finite di manette. 

Il fratello di Nabil Fabdli, il 28enne kamikaze nato in Arabia Saudita, aveva compiuto un attacco suicida in Siria alcuni mesi fa. Lo rivelano media locali, citando fonti della sicurezza. L'uomo si era fatto saltare in aria in un attacco compiuto in un aeroporto contro le forze del regime di Bashar al Assad.

Nabil Fadli, il 28enne kamikaze nato in Arabia Saudita, era appena arrivato dalla Siria, registrandosi come richiedente asilo in Turchia solo una settimana prima di farsi esplodere. Secondo la polizia non rientrava in nessuna blacklist di sospetti terroristi interna o internazionale. Il suo ingresso in Turchia diventa così un caso. L'uomo si era registrato in un ufficio che si occupa dell'accoglienza dei profughi siriani a Istanbul. Un video pubblicato dai media locali lo mostra mentre è in fila per rilasciare le sue impronte, che ne avrebbero poi permesso l'immediata identificazione. Lì sarebbe stata scattata anche la foto di Fadli finita sulle prime pagine di tutti i giornali. Con lui c'erano altri 4 uomini, sospettati ora di essere i suoi fiancheggiatori. Nei giorni successivi Fadli è sempre rimasto all'indirizzo comunicato alle autorità, che non sospettavano nulla del suo piano di farsi esplodere nella piazza dei turisti, a due passi dalla Moschea Blu. Una beffa per i servizi d'intelligence che rischia ora di aprire uno squarcio sulle procedure d'accoglienza in Turchia dei 2,5 milioni di rifugiati siriani.

E nell'attacco di Istanbul l'Isis potrebbe essere solo «una pedina» di «attori segreti» che lo hanno usato come «subappaltatore».
All'indomani della strage kamikaze di 10 turisti tedeschi nel centro storico di Sultanahmet, il premier turco Ahmet Davutoglu conferma i legami dell'attentatore con lo Stato islamico, evocando però possibili mandanti occulti, e annuncia 5 arresti di sospetti che avrebbero aiutato il kamikaze. Si spinge molto oltre un quotidiano vicino a Erdogan, il filo-governativo 'Star', che in prima pagina arriva ad indicare esplicitamente Vladimir Putin tra i mandanti della strage sullo sfondo delle tensioni delle ultime settimane tra Mosca e Ankara: «L'autore è chiaro», titola il giornale accanto alla foto del presidente russo con il fotomontaggio di una mano insanguinata. «Risponderemo ad ogni attacco contro di noi con la forza che giudichiamo necessaria», ha promesso oggi il premier di Ankara. Un attacco che, del resto, continua a non essere rivendicato dallo Stato islamico, di solito molto veloce a farlo.


 
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