Italia sotto attacco in Libia, il fango degli 007 di Parigi contro l'asse Roma-Tripoli

Italia sotto attacco in Libia, il fango degli 007 di Parigi contro l'asse Roma-Tripoli
di Valentino Di Giacomo
Domenica 2 Settembre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 18:12
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Italia sotto attacco in Libia. Il razzo che ha colpito l'hotel Al Wadan di Tripoli non ha causato danni alla vicinissima ambasciata italiana e al personale che continua a lavorare al suo interno, ma a preoccupare le autorità di Roma ci sono anche gli attacchi mediatici contro l'Italia e contro l'ambasciatore in Libia, Giuseppe Perrone. Mentre Tripoli brucia per i violenti conflitti scoppiati tra le varie milizie della città, i siti web e le tv locali continuano a diffondere fake news, incluso un fantasioso sostegno aereo italiano ai raid del governo di Serraj contro le milizie ribelli a Tarhuna. Dietro queste mosse per destabilizzare le relazioni tra il governo di Roma e quello di Tripoli, in molti intravedono un ruolo della Francia, ormai decisa a scalzare il dossier libico dalle mani italiane.

L'ultimo eloquente episodio è stato un articolo pubblicato su un portale molto seguito in Libia, «Africa Intelligence». Venerdì scorso il sito web aveva scritto un articolo in cui annunciava che l'Italia era pronta a sostituire l'ambasciatore Perrone per compiacere il generale Haftar, l'uomo forte della Cirenaica sempre più in rotta di collisione con il governo di Tripoli guidato da Fayez al-Serraj. Fake news a cui hanno dovuto replicare direttamente fonti della Farnesina, spiegando che queste notizie erano «infondate e strumentali». A Roma non si esclude che dietro questa sequenza di notizie false diffuse in Libia che mettono nel mirino l'Italia ci siano, ancora una volta, le agenzie di intelligence francesi. Se infatti l'Italia ha stretto un asse solido con il governo di Tripoli presieduto da Serraj, la Francia ha coltivato un rapporto stabile con il generale Haftar. Una divisione sempre più netta tra Italia e Francia nei rapporti di forza attualmente esistenti in Libia, nonostante l'unico governo attualmente riconosciuto dagli organismi internazionali sia proprio quello tripolino. Manovre francesi che hanno probabilmente inciso per destabilizzare sempre di più la situazione nel Paese nordafricano che già nel maggio scorso era piombato nel caos dopo una conferenza di pace organizzata a Parigi dal presidente Macron in cui venne stabilito di svolgere le elezioni in Libia già nel prossimo dicembre. Data sempre più irrealistica anche in seguito agli ultimi conflitti a fuoco nella capitale, un fallimento che ora la Francia vorrebbe addossare all'Italia.
 
La Farnesina non ha alcun valido interesse nel sostituire il proprio ambasciatore, l'unico presidio diplomatico occidentale presente in Libia. Da quando nel gennaio dello scorso anno fu deciso di aprire l'ambasciata a Tripoli, il governo italiano è riuscito ad intessere una serie di accordi vantaggiosi per Roma: su tutti quello per fermare le partenze dei migranti che, come certificato proprio ieri dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, non erano mai state così basse da cinque anni. Accordi sanciti e su cui Perrone, che parla fluentemente l'arabo e ben conosce la realtà libica, ha contribuito in maniera decisiva anche grazie alle ottime relazioni sviluppate in questo tempo con la guardia costiera tripolina, autorità fondamentale nel bloccare i flussi. Un lavoro proficuo che di certo non ha favorito la Francia, da tempo interessata a minare quegli accordi anche per ampliare i propri interessi commerciali in Nord Africa.

Intanto il governo italiano sta mettendo a fuoco l'ambizioso progetto di svolgere a novembre una conferenza di pace in Italia per mettere intorno ad un tavolo le varie fazioni libiche e fare in modo che si trovi una soluzione complessiva alla crisi in cui si sta avvitando il paese, crisi politica ma anche di sicurezza, come testimoniano gli eventi di questi giorni. In questo contesto, con la capitale libica che brucia in una guerra civile che sembra non aver fine e con le continue manovre francesi contro la leadership italiana, si inseriranno anche i discorsi sui possibili stravolgimenti all'interno del comparto intelligence.

Da valutare ci saranno gli avvicendamenti di Alessandro Pansa, capo del Dis (l'autorità centrale dei Servizi segreti) e di Alberto Manenti, direttore dell'Aise (l'intelligence estera) ai quali come deciso dal Copasir in una delle ultime sedute della scorsa legislatura - era stato rinnovato il mandato fino al prossimo marzo. In Libia gli equilibri diventano sempre più fragili, se la situazione continuasse ad incendiarsi potrebbe essere messa seriamente a rischio anche la capacità dimostrata fino ad oggi dalle autorità di Tripoli di contenere le partenze dei migranti verso le nostre coste.

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