Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell choc: «Non si è ucciso, lo hanno messo a tacere». Tutte le falle dell'inchiesta

Il tycoon condannato per abusi sessuali fu trovato morto in cella nel 2019

Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell choc: «Non si è ucciso, lo hanno messo a tacere»
Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell choc: «Non si è ucciso, lo hanno messo a tacere»
di Vittorio Sabadin
Sabato 18 Febbraio 2023, 22:16 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 14:56
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Ghislaine Maxwell ha detto in un’intervista di credere che il suo amico e complice Jeffrey Epstein sia stato ucciso e non si sia suicidato il 10 agosto 2019 in cella a New York mentre aspettava l’inizio del processo per pedofilia. I cospiratori che pontificano sul web le danno ragione, e sostengono che poiché Epstein aveva amici potenti come il principe Andrea, Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates, il famoso avvocato Alan Dershowitz e l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, per citare solo i più noti, allora è logico pensare che qualcuno l’abbia fatto ammazzare. Sciocchezze, ma il Daily Mail ha deciso di vederci chiaro e ha reperito i documenti rilasciati dal Federal Bureau of Prisons. E dopo averli letti, anche senza essere cospiratori, vien da pensare che forse varrebbe la pena di indagare meglio.

Epstein viene arrestato il 6 luglio del 2019 mentre scende dal suo jet all’aeroporto di Teterboro, nel New Jersey.

Sa che l’FBI lo sta aspettando e spera forse in un patteggiamento come quello del 2006: arrestato per l’aggressione sessuale a una ragazza di 14 anni, si era dichiarato colpevole e aveva scontato solo 13 mesi. Gli agenti lo portano al Metropolitan Correctional Center di New York, un orrendo edificio di 12 piani pieno di topi e scarafaggi. All’arrivo viene registrato come un maschio nero senza precedenti condanne sessuali e classificato come detenuto a basso rischio e a bassa sorveglianza. La sua cella misura 2,5 metri per 2,5. Chiamano uno psicologo che accerti il suo stato mentale e scopra tendenze suicide, ma nel frattempo si accorgono anche che non è nero, che ha precedenti come pedofilo ed è miliardario.

TRASFERIMENTO

Viene trasferito alla Special Housing Unit per garantire meglio la sua sicurezza personale come detenuto di alto profilo. E’ in cella con Nicholas Tartaglione, accusato di quattro omicidi. Vestono tute arancioni, possono fare tre docce a settimana e devono andarci ammanettati. Escono dalla cella un’ora al giorno, ma Epstein trova il modo di aggirare la norma: paga i suoi avvocati per fargli continuamente visita. Alla prima udienza per la cauzione tiene la testa alta e si dichiara non colpevole di cospirazione e di traffico sessuale. Il giudice nega la cauzione. Viene messo sotto “osservanza psicologica”, cioè altri detenuti annotano quello che fa e dice. Epstein non appare depresso. Parla in continuazione di affari e investimenti, delle celebrità che conosce, di quello che farà quando sarà fuori. Lo psicologo che ogni tanto lo esamina lo trova educato, cooperativo, pieno di senso dell’umorismo. Dice di essere attaccato alla vita e di essere un codardo che ha paura di farsi del male. Il 30 luglio cambia cella, il nuovo compagno si chiama Efrain Reyes e viene rilasciato il 9 agosto. Nella stessa giornata, Tova Noel e un anonimo “Officer 1”, i due agenti incaricati di sorvegliare ogni mezz’ora celle e detenuti, mancano ripetutamente di controllare quella di Epstein, come mostreranno poi le telecamere di sorveglianza.

AUTOPSIA

Nella notte i due agenti falsificano ripetutamente i registri per far credere che il controllo è stato fatto. Michael Thomas alle 24 prende il posto di “Officer 1”, ma anche lui falsifica i registri. Alle 6,33 del mattino Epstein non risponde agli agenti per il vassoio della colazione. Lo trovano morto con un cappio fatto con il lenzuolo intorno al collo. Il cadavere viene portato via senza attendere i rilievi del coroner e senza considerare la cella il luogo di un possibile delitto. Il 16 agosto l’autopsia conferma il suicidio, ma il patologo forense della famiglia Epstein, Michael Baden, assiste all’esame e fa sapere che c’erano fratture della cartilagine tiroidea sinistra e destra, e dell’osso ioide sinistro. Queste fratture, dice Baden, si trovano in chi viene strangolato. I due agenti Noel e Thomas vengono assolti e se la cavano con 100 ore di servizio alla comunità.

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