Kawasaki, morto il primo bambino affetto dalla sindrome potenzialmente legata al coronavirus: aveva cinque anni

Kawasaki, morto il primo bambino affetto dalla sindrome potenzialmente legata al coronavirus: aveva cinque anni
Kawasaki, morto il primo bambino affetto dalla sindrome potenzialmente legata al coronavirus: aveva cinque anni
di Silvia Natella
Venerdì 8 Maggio 2020, 22:18 - Ultimo agg. 9 Maggio, 10:29
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È morto il primo bambino affetto dalla sindrome di Kawasaki, la malattia rara potenzialmente correlata al coronavirus. Il piccolo, di cinque anni, è deceduto nelle scorse ore a New York, dove era ricoverato per sintomi riconducibili a uno shock tossico come l'infiammazione dei vasi sanguigni, comprese le arterie coronarie. A rivelarlo è stato lo stesso governatore dello stato americano Andrew Cuomo.


«A New York sono stati segnalati 73 casi di bambini che si sono gravemente ammalati con sintomi simili alla sindrome di Kawasaki e alla sindrome da shock tossico. Giovedì, un bambino di 5 anni è deceduto per queste complicazioni, che si ritiene siano state causate da COVID-19», ha scritto Cuomo su twitter spiegando che sul caso stano indagando le autorità sanitarie locali. Il governatore ha invitato i genitori a prestare attenzione a sintomi come febbre alta, dolori addominali, vomito, colorito della pelle modificato, difficoltà a urinare, irritabilità e confusione.
 



«Che tuo figlio possa essere effettivamente affetto da questo virus è l’incubo di ogni genitore. Ma è qualcosa che dobbiamo considerare seriamente ora - ha precisato Cuomo - Sebbene rari, stiamo assistendo ad alcuni casi in cui i bambini affetti dal virus Covid possono ammalarsi con sintomi simili alla malattia di Kawasaki o alla sindrome da shock tossico». «Continuerò a informare i cittadini, sia che le notizie siano buone, sia che siano cattive», ha concluso il governatore.

Il commissario per la salute di New York, Oxiris Barbot, ha dichiarato in una nota di qualche giorno fa che «anche se la relazione tra questa sindrome e il Covid-19 non è ancora stata definita, e non tutti questi casi sono risultati positivi per Covid-19 mediante test del DNA o sierologia, la natura clinica di questo virus è tale che chiediamo a tutti i fornitori di contattarci immediatamente se vedono pazienti che soddisfano i criteri che abbiamo delineato». 
 

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