Kevin Spacey non ha molestato Anthony Rapp nel 1986, quando erano entrambi due attori poco noti di Broadway. È il verdetto della giuria che mette fine a uno dei processi che più ha animato il movimento del #MeToo. Spacey accoglie la decisione con sollievo e si lancia in un abbraccio dei suoi legali prima di lasciare l'aula. I giurati hanno impiegato meno di 90 minuti per decidere che Spacey non era responsabile delle molestie nonostante l'appello del legale di Rapp, Richard Steigman, a far pagare l'attore due volte premio Oscar per aver fatto delle avance al suo assistito quando aveva solo 14 anni dopo una festa. Accuse che Spacey, tramite il suo avvocato Jennifer Keller, ha respinto seccamente bollandole come inventate. Secondo Keller, negli anni successivi all'incidente Rapp si sarebbe ingelosito della carriera di Spacey mentre lui restava relegato a ruoli minori.
Il colpo a MeToo
«Eccoci qui oggi con Rapp che sta ricevendo più attenzione per questo processo che per la sua intera carriera», ha detto Keller gettando un'ombra sul MeToo. «Questo non è uno sport in cui ci si schiera con il MeToo o contro il MeToo.
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