Kiev, il capo del battaglione: «Muratori e autisti armati, così difendiamo la capitale»

Kiev, il capo del battaglione: «Muratori e autisti armati, così difendiamo la capitale»
Kiev, il capo del battaglione: «Muratori e autisti armati, così difendiamo la capitale»
di Davide Arcuri
Martedì 29 Marzo 2022, 07:21 - Ultimo agg. 12:30
3 Minuti di Lettura

KIEV - «Siamo tutti volontari, tra noi ci sono muratori e autisti di bus che hanno deciso di imbracciare un fucile e venire a combattere». Ci troviamo nel quartier generale del Battaglione 206, il gruppo armato fondato dall'ex presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko. Una base militare nei sobborghi di Kiev, località segreta. C'è molto fermento nell'aria, le recenti vittorie sul terreno hanno galvanizzato i soldati, ma l'allerta rimane massima. A metà strada tra un mezzo blindato e una scorta di armi di ogni tipo, scambiamo alcune battute con il comandante della Territorial Defense Alexander Pogrebysky. Veterano della guerra nel Donbass contro la Russia nel 2015, ora Pogrebysky, oltre ad essere membro del parlamento ucraino, è uno degli uomini fidati di Poroshenko.

Negoziati, la Russia non chiede più di «denazificare» l'Ucraina: via libera a ingresso nell'Ue. La bozza del Ft

Ucraina, incubo ceceni su Mariupol: «Spazzeremo via i nazisti»

Incontriamo il giovane comandante in una giornata di riposo dai combattimenti, niente mimetica ed elmetto per oggi: una giacca felpata comoda con lo stemma del Battaglione 206 stampato sul braccio e un cappellino abbinato con la scritta eloquente «patriota».
Il vostro gruppo sta dando del filo da torcere all'esercito di Mosca. Da quante persone è composto il Battaglione 206?
«Non posso rivelarvi esattamente quanti uomini fanno parte del nostro battaglione, è un'informazione riservata. Posso dirvi che abbiamo un'ampia struttura organizzativa interna e che riusciamo a coprire il Paese sul tutti i fronti».
Nell'immaginario comune i soldati sono uomini addestrati per combattere, professionisti della guerra. Nella Territorial Defense le cose funzionano diversamente, però, sono tutti volontari vero? Che tipo di persone avete arruolato?
«Sono tutti volontari. Dal primo giorno di conflitto abbiamo iniziato ad arruolare chiunque volesse unirsi alla causa. Persone comuni sono venute a chiederci un'arma per poter combattere. Vogliono difendere la loro famiglia, il loro Paese e sono pronti a tutto. Prima della guerra erano persone che facevano professioni diverse, tra i nostri volontari abbiamo muratori e autisti del trasporto pubblico. Alcuni sono veterani, avevano già fatto esperienza durante la guerra nel Donbass, altri toccano per la prima volta un'arma».
I militari del vostro battaglione sono impegnati solo nella costruzione di barricate e nei controlli ai posti di blocco, o anche sul fronte?
«Combattiamo in prima linea contro i russi, gestiamo i posti di blocco e ci occupiamo dell'evacuazione della popolazione di Buca, Irpin e tutti quei posti dove i russi hanno attaccato fin dal primo giorno».

 


Abbiamo saputo che l'evacuazione è stata davvero complicata. Cosa può dirci a riguardo?
«Eravamo preparati per le missioni di evacuazione già prima dell'inizio dell'invasione. Avevamo medici, paramedici, professionisti con esperienza per gestire ogni tipo di situazione. A complicare le operazioni di evacuazione della popolazione sono stati soprattutto i bombardamenti dell'esercito russo, non si sono fermati nemmeno davanti ai civili in fuga».
L'ex presidente Poroshenko ha recentemente confermato che sei soldati del vostro battaglione hanno perso la vita dall'inizio del conflitto.
«Sì, abbiamo perso sei uomini impegnati in missioni speciali. Alcuni sono morti sotto i bombardamenti dell'artiglieria russa. Hanno dato la loro vita per l'Ucraina, sono degli eroi».
Ci sono possibilità di vincere? Gli analisti dicono che è impossibile vincere questa guerra, mentre parlando con gli ucraini tutti pensano di poter vincere.
«Noi non pensiamo di poter vincere, noi sappiamo che vinceremo».


© RIPRODUZIONE RISERVATA