Kim Jong un, un'estate di test missilistici

Kcna
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di Erminia Voccia
Mercoledì 31 Luglio 2019, 14:29 - Ultimo agg. 14:44
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Nelle prime ore del mattino di mercoledì 31 luglio la Corea del Nord ha lanciato altri due missili a corto raggio verso il Mar del Giappone. È il secondo test missilistico in meno di una settimana e si aggiunge a quelli già avvenuti a maggio. Solo pochi giorni fa la Corea del Nord ha testato due nuovi tipi di missili a corto raggio sempre in direzione del Mar del Giappone. I lanci sono stati confermati da Pyongyang e seguono di un mese, o poco meno, l’ultimo incontro tra il leader della Corea del Nord e il presidente americano Donald Trump avvenuto nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree. Secondo l’agenzia di Stato nordcoreana Kcna, il nuovo tipo di arma testato la settimana scorsa è “un sistema sofisticato” e a controllo remoto “difficile da intercettare”. Kim Jong un aveva definito i due missili “un’arma tattica di nuovo tipo” e “un avvertimento” ai “militari sudcoreani”. Poco prima dei test, Pyongyang aveva diffuso le foto del dittatore che prendeva parte a un’ispezione ai cantieri navali dove stanno per terminare i lavori a un nuovo sottomarino. Secondo le analisi degli esperti di questioni militari, l’unità sarebbe in grado di trasportare missili nucleari a testata multipla. Il nuovo sottomarino rappresenta certamente un ammordemento delle capacità militari di Pyongyang e va inteso come una dimostrazione di forza da parte di Kim. 


Foto Kcna 

Il leader nordcoreano sta spingendo gli Stati Uniti ad alleggerire le sanzioni e allo stesso tempo vuole dimostrare la sua contrarietà alle esercitazioni militari congiunte che sono previste ad agosto tra Stati Uniti e Corea del Sud al largo della penisola. Saranno manovre militari in scala ridotta e di routine, ma per Kim sono una sorta di prova generale di una possibile aggressione. Inoltre, Trump l'anno scorso a Singapore aveva dato al dittattore una promessa verbale di volerle sospendere. Oggi siamo tornati a bollori di qualche tempo fa senza però i toni bellicosi e duri del 2017, perché, nonostante tutto, Trump e Kom contiunano a cercarsi. A fine giugno il Capo della Casa Bianca è diventato il primo presidente statunitense in carica a mettere piede in Corea del Nord. Prima di lui l'aveva fatto, in tempi più recenti, Bill Clinton, quando però non era più presidente. La passeggiata di Trump in Corea del Nord è stata celebrata come come una tappa storica e portava con sé la speranza di infondere nuova linfa ai negoziati sulla denuclearizzazione. A distanza di settimane è diventato difficile pensare che l'incontro sia stato qualcosa di diverso da uno show per i fotografi. Ma la diplomazia ha bisigno di tempo. Purtroppo, gli avvertimenti di Kim crescono di intensità e il tempo sta per scadere perché il dittatore ha dato un termine ultimo per un accordo con gli Usa: la fine del 2019.

Il capo della diplomazia a stelle e strisce Mike Pompeo ha detto che i negoziati con la Corea del Nord riprenderanno tra un paio di settimane. Nel frattempo, Corea del sud e Giappone guardano con preoccupazione ai test missilistici di Kim Jong un, test che minacciano gli alleati Usa nel Pacifico ma non direttamente gli Stati Uniti. La Corea del Sud si trova nella situazione più difficile, pressata dalle minacce di Kim e dalla propria parte vede schierati solo gli Stati Uniti, visti i problemi con il Giappone e le dispute non acora risolte del periodo dell'occupazione nipponica della Corea.

Tokyo ha adottato misure economiche senza precedenti contro Seoul e i cieli della Corea del Sud sono stati attraversati dalle forze aerospaziali della Russia e da quelle dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese, che hanno compiuto un “pattugliamento congiunto” nella regione. Il presidente sudcoreano Moon appare sempre più solo nella calda estate del Pacifico.

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