La Lettonia smantella i monumenti nazisti e comunisti grazie a una nuova legge

La Lettonia smantella i monumenti nazisti e comunisti grazie a una nuova legge
di Mattia Ronsisvalle
Lunedì 29 Agosto 2022, 19:00
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A Riga, capitale lettone, è stato smantellato un monumento dell’epoca sovietica.
Una presa di posizione contro la Russia? Sì, ma non solo secondo la nuova legge approvata a giugno.

Cosa prevede la legge

Il 23 giugno il Parlamento lettone (Saeima, ndr.) ha approvato una legge che predispone che tutti i monumenti che glorificano ed esaltano le occupazioni naziste e comuniste del Paese debbano essere rimossi.
Nel dettaglio, secondo la legge, è vietato esporre in pubblico - ad eccezione dei musei accreditati, o in quartieri privati monumenti - targhe, memoriali, installazioni architettoniche o artistiche e altri oggetti che richiamano ed esaltano i regimi totalitari prima citati. L’obiettivo delle autorità politiche è quello di rimuovere i monumenti entro il 15 novembre. Tale legge è stata ideata lo scorso marzo e a maggio è stata votata dalla classe politica lettone a seguito dell’invasione russa in Ucraina.

I primi casi

Nella città lettone di Daugpils la maggioranza degli abitanti è appartenente alla comunità russa e non deve sorprendere che la lingua più parlata sia il russo e non il lettone. Qui sono presenti alcuni monumenti sovietici che dovrebbero essere rimossi ma essendo la comunità della piccola città filorussa non è così semplice. Secondo il canale lettone d’informazione Eng.Lsm.Iv. prima della rimozione le autorità municipali hanno richiesto un sopralluogo del Comitato per la salvaguardia del patrimonio storico nazionale con l'obiettivo di stabilire se i monumenti non abbiano valore storico e non debbano pertanto essere posti sotto tutela. Le autorità municipali hanno inoltre sostenuto l'illegittimità dell'imposizione per legge ai comuni del 50% delle spese di rimozione. Oltre alle questioni legali e storiche, sulla posizione assunta dalle autorità locali pesa il timore che la rimozione possa essere causa di disordini con la popolazione russa presente sul territorio.

Caso diverso a Riga. Come riporta la redazione del The Guardian, il 25 agosto è stato abbattuto nella capitale lettone un obelisco di cemento decorato con stelle sovietiche. Si tratta di un monumento costruito nel 1985 - quando la Lettonia faceva ancora parte dell’Unione Sovietica – che commemorava la vittoria dell’Armata Rossa sulla Germania nazista
«Naturalmente si tratta di una questione di valori» - spiega di Janis Lange Ceo della città di Riga che poi aggiunge: «Per i lettoni, questo monumento simboleggia l'occupazione della Lettonia dopo la Seconda guerra mondiale. E dopo l'invasione russa dell'Ucraina non possiamo più tollerarlo». La rimozione del monumento all’interno del Victory Park è stata promossa anche presidente lettone Egil Levits: «Simboleggiava un periodo di deportazione e repressione, meglio che non ci sia più».
Ricordiamo che dopo l'indipendenza nel 1991, la Lettonia è diventata membro della Nato e dell'Unione Europea. Nonostante ciò, nel Paese vive ancora un folto gruppo di persone di etnia russa.
Ad oggi, il National Cultural Heritage Board, l’Unione degli artisti lettoni e il Museo dell’occupazione lettone hanno individuato 69 monumenti e/o oggetti da rimuovere entro il 15 novembre 2022.

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