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Morte di Luca Ventre, il giallo dell’ambasciata italiana in Uruguay: «Fu pestato e ucciso»

Morte di Luca Ventre, il giallo dell ambasciata italiana in Uruguay: «Fu pestato e ucciso»
Morte di Luca Ventre, il giallo dell’ambasciata italiana in Uruguay: «Fu pestato e ucciso»
di Giuseppe Scarpa
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 23 Gennaio 2021, 00:38 - Ultimo agg. : 24 Gennaio, 12:11
4 Minuti di Lettura

Diventa un caso la morte di Luca Ventre, 35 anni, a Montevideo, capitale dell’Uruguay. Un decesso, questa l’ipotesi al vaglio degli investigatori, avvenuto poco dopo in ospedale come conseguenza di un’aggressione subita dentro l’ambasciata italiana da parte di due vigilantes uruguaiani. Sede diplomatica in cui si era recato il 35enne in stato di agitazione e scavalcando il muro, per chiedere di essere rimpatriato. La vicenda diventa un giallo, perché l’uomo probabilmente non è deceduto per un semplice malore, come è trapelato nei giorni successivi all’epilogo di questa storia. Per questo motivo la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio, a carico di ignoti, e adesso sono al vaglio le posizioni delle due guardie private che contribuiscono a garantire la sicurezza della sede diplomatica del nostro Paese. 

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Cosa sarebbe accaduto? Da delle immagini dell’impianto di videosorveglianza nella disponibilità degli inquirenti si vedono le due guardie private bloccare Ventre e tenerlo con decisione a terra con il ginocchio. In una presa che ricorda quella che ha subito George Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto negli Usa a Minneapolis lo scorso 25 maggio. Floyd è poi morto in ospedale. Anche Ventre è deceduto in un nosocomio, Hospital de Clinicas, non distante dalla sede diplomatica, dopo che è stato trasportato in condizioni critiche. 
Ovviamente l’indagine è agli inizi. Accertare oggi le responsabilità in modo definitivo sarebbe prematuro, per questo gli inquirenti sono ancora cauti sebbene l’iscrizione per omicidio tracci un’indicazione precisa. Per attribuire specifiche imputazioni occorrerà attendere la relazione finale dell’esame autoptico. 

È la mattina del primo gennaio 2021, Luca Ventre si presenta fuori dalla sede dell’ambasciata italiana a Montevideo. Il 35enne vuole a tutti i costi parlare con dei funzionari. 
Il ragazzo attraversa un momento particolare. Vive da tempo un forte disagio psicologico, vuole rientrare dai suoi familiari lucani. La mamma Palma Roseti e tutti i suoi cari sono di Senise in provincia di Potenza. Il padre, Carmine, lavora in Uruguay. Quindi decide di chiedere aiuto alla sede diplomatica. Luca, suona all’ambasciata perché vuole parlare a tutti i costi con il capo cancelleria affinché lo rimpatri. Insiste disperatamente. Non gli aprono e lui allora decide di scavalcare la recinzione.

Ovviamente il tentativo di introdursi in questo modo all’interno di un’ambasciata determina l’immediata reazione del dispositivo di sicurezza. 

La risposta non esita ad arrivare, forte e repentina. Il 35enne viene atterrato e bloccato con il ginocchio sul collo. Ad intervenire sono due vigilantes privati, che coadiuvano le forze dell’ordine italiane per garantire la protezione dell’ambasciata. Luca Ventre sta subito male e viene trasportato in ospedale. All’Hospital de Clinicas un’ora dopo il ricovero ne viene accertata la morte. 

Questo è il comunicato che fornisce la sede diplomatica poco dopo il decesso dell’uomo: «L’Ambasciata d’Italia con rammarico conferma che ieri (primo gennaio) il Sig. Luca Ventre, connazionale residente nella nostra comunità, è deceduto dopo che nelle primissime ore della mattinata si è arrampicato per scavalcare il recinto dell’Ambasciata e si è poi diretto verso gli Uffici. Dopo l’arresto il connazionale è stato trasportato al Hospital de Clinicas dove purtroppo risulta sia successivamente deceduto».

E ancora: «L’Ambasciata, in questo doloroso momento, si stringe alla famiglia del connazionale; in particolare al padre, Sig. Carmine Mario Ventre che vive in Uruguay e con cui è in contatto, oltre alla madre, Sig.ra Palma Roseti, cui assicura la massima vicinanza e il massimo impegno affinché le Autorità uruguaiane facciano piena luce sulle cause del tragico decesso del figlio». La madre del ragazzo fin da subito ha chiesto chiarezza. Adesso anche la procura di Roma vuole fare piena luce sulla morte di Luca.

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