Macron finisce nei guai per la campagna elettorale: «Finanziamenti illeciti»

L’accusa: commesse statali in cambio di contributi per le elezioni presidenziali. La procura speciale indaga sui rapporti tra il presidente e una società di consulenza

«Macron, indagine per favoritismo e finanziamento illecito della campagna elettorale» del 2017: lo rivela Le Parisien
«Macron, indagine per favoritismo e finanziamento illecito della campagna elettorale» del 2017: lo rivela Le Parisien
Giovedì 24 Novembre 2022, 17:13 - Ultimo agg. 25 Novembre, 08:48
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«No comment». All’Eliseo ieri sera non dicevano di più. La notizia non è comunque buona per il presidente Emmanuel Macron, anche se il suo nome è assente dal comunicato pubblicato nel tardo pomeriggio dal capo del Pnf, la procura speciale nazionale incaricata di indagare sulle frodi finanziarie ad altissimo livello, quelle che rischiano di compromettere «la solidarietà nazionale e l’esemplarità della Repubblica». 

Costretto da una notizia uscita sul sito di “Le Parisien” dal titolo perentorio, «Macron coinvolto in un’inchiesta», il procuratore capo della Pnf, Jean-François Bonhert, ha precisato che in effetti, il 20 e il 21 ottobre, sono state aperte due differenti inchieste, una per fare luce sulle «condizioni di intervento» di società di consulenza strategica, nelle campagne presidenziali del 2017 e del 2022, e un’altra per «favoritismo», attivo e passivo.

I nomi non ci sono ma sono presto fatti, perché contenuti in diversi ricorsi presentati da cittadini e associazioni, in un rapporto del Senato pubblicato a marzo e in diverse inchieste giornalistiche: le indagini riguardano il rapporto di Emmanuel Macron – durante le due campagne presidenziali, ma anche oltre - con le società di consulenza privata, in particolare il colosso McKinsey.

 

SCENARIO
È la prima volta che la giustizia si avvicina tanto al presidente della Repubblica. L’inchiesta è in corso, e non riguarda direttamente la persona del presidente, ma i conti della sua campagna, e la possibilità che alcune consulenze possano essere state non contabilizzate o contabilizzate al ribasso, e magari frutto di scambi di favori. In ogni modo, Macron non potrebbe mai risultare indagato, in quanto blindato da un’immunità penale prevista dalla Costituzione, che vieta a qualsiasi giurisdizione o autorità amministrativa di chiedergli di testimoniare o di farne l’oggetto di una procedura o di un’istruzione. Se al termine dell’inchiesta i magistrati dovessero giudicare che il presidente ha spiegazioni da dare sul suo operato, potrebbero convocarlo, ma solo alla fine del suo mandato, e unicamente su atti commessi non durante l’esercizio delle sue funzioni. Politicamente è però l’apertura di un altro fronte per Macron.


Il ruolo delle multinazionali di consulenza strategica nell’orientamento delle politiche di governo sono al centro da anni di dibattiti e inchieste, in tutte le democrazie, Italia compresa. In Francia il tema è particolarmente caro alle opposizioni. A marzo, il rapporto di una commissione d’inchiesta del Senato ha denunciato un’influenza troppo alta – e costosa – su scelte strategiche e tecniche che dovrebbero essere di competenza politica, rivelando che i contratti tra questi gruppi privati e lo Stato sono «più che raddoppiati» tra il 2018 e il 2021 per raggiungere la cifra record di un miliardo di euro l’anno scorso. Secondo Le Parisien, l’inchiesta aperta il 20 ottobre per presunto finanziamento illegale delle campagne presidenziali nel 2017 e 2022, si concentra anche sulle condizioni di attribuzione di alcuni contratti pubblici a McKinsey. Per quanto riguarda presunti “favoritismi” di cui potrebbe aver beneficiato McKinsey, la procura finanziaria ha anche precisato che una terza inchiesta è partita il 31 marzo per «riciclaggio aggravato e frode fiscale aggravata» e ha già portato a una perquisizione della sede francese di McKinsey il 24 maggio. Diverse inchieste giornalistiche hanno rivelato che la società non ha pagato alcuna imposta in Francia tra il 2011 e il 2020, nonostante un fatturato di 329 milioni di euro soltanto nel 2020. All’epoca candidato al secondo mandato, Macron aveva dichiarato che il mancato pagamento di imposte sulle società da parte di McKinsey era semplicemente in linea con le norme fiscali in vigore.


FONTI
«Se dovessero esserci prove di manipolazione – aveva detto Macron – allora che se ne occupi la giustizia penale». Ieri pomeriggio, una fonte vicina alla presidenza citata dal Figaro ha tentato di sdrammatizzare la vicenda: «Per essermi occupato dei conti del partito durante i tanti anni passati in direzione, posso dirvi che sono molto tranquillo». McKinsey è la più grossa società di consulenza strategica al mondo. Secondo Forbes, il fatturato complessivo nel 2019 è stato di 8,3 miliardi di euro. Tra i clienti, CEO di multinazionali, capi di stato, ministri. Nel 2017, due giorni prima del secondo turno delle presidenziali, un gruppo di hacker, probabilmente russi, avevano reso pubbliche migliaia di scambi e mail interni alla squadra di Macron, rivelando la presenza di almeno una ventina di dipendenti di McKinsey.

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