Mahsa Amini picchiata a morte dalla polizia in Iran perché portava male il velo: dilaga la protesta, le donne si tagliano i capelli Video

Mahsa, 22 anni, picchiata a morte dalla polizia in Iran: le donne si tagliano i capelli e bruciano il velo hijab. Proteste in strada
Mahsa, 22 anni, picchiata a morte dalla polizia in Iran: le donne si tagliano i capelli e bruciano il velo ​hijab. Proteste in strada
Lunedì 19 Settembre 2022, 19:41 - Ultimo agg. 20 Settembre, 19:58
4 Minuti di Lettura

Mahsa Amini picchiata a morte dalla polizia in Iran perché dal velo sfuggiva una ciocca di capelli: proteste in strada represse con i lacrimogeni, donne che si tagliano i capelli e altre donne che bruciano il velo hijab. Sta dilagando in tutto il paese, in particolare nelle province con forte presenza di curdi, la ribellione per l'uccisione della studentessa di 22 anni fermata a Teheran dagli agenti della 'polizia morale' che l'avevano poi arrestata perché non indossava correttamente il velo. La giovane è morta tre giorni dopo in ospedale. Sui social media circolano video di dimostranti che urlano slogan contro il governo: si vedono le forze di sicurezza che usano i gas lacrimogeni per disperderli. Sempre sui social si stanno anche diffondendo video di donne iraniane che si tagliano i capelli ed in alcuni casi addirittura bruciano il velo.

Tra le donne che stanno partecipando alla protesta l'attrice Anahita Hemmati, che ha postato un video su Instagram. La giornalista iraniana e attivista Masih Alinejad ha postato su Twitter un video, scrivendo che «le donne iraniane mostrano la loro rabbia tagliandosi i capelli e bruciando i loro hijab per protestare contro l'uccisione di Masha Amini ad opera della polizia dello hijab»

«Dall'età di 7 anni - ricorda l'attivista - se non ci copriamo il capo non possiamo andare a scuola o avere un lavoro.

Siamo stufe di questo regime di apartheid di genere».

«The Handmaid's Tale di Margaret Atwood non è una finzione per le donne iraniane, è la realtà», ha aggiunto riferendosi al libro della scrittrice canadese, scritto negli anni Ottanta ispirandosi proprio all'Iran, e rilanciato ora dalla serie tv che si immagina un regime che segrega le donne negli Usa, pubblicando video degli agenti della polizia morale, molti dei quali donne, che aggrediscono e picchiano donne ritenute in violazione delle regole.

Violenze di questo genere sono diventate all'ordine del giorno in Iran da quando nelle scorse settimane il presidente conservatore Ebraihim Raisi ha ordinato una stretta nell'applicazione più rigide delle leggi islamiche, in particolare l'obbligo del velo che, introdotto al tempo della rivoluzione islamica 1979, l'obbligo del velo negli anni ha cominciato ad essere ignorato, o rispetto in modo più liberale, in particolare nelle grandi città.

Le dimostrazioni sono andate in scena nelle città di Bukan, Divandareh e Saghez. Cortei anche in diverse università, comprese quelle di Teheran, con gli studenti di 14 associazioni che chiedono che i responsabili siano puniti. Il capo della Giustizia della Repubblica islamica, Gholamhossein Ejei, ha avvertito che «le menzogne dei nemici dello Stato verranno affrontate», mentre il capo della polizia della capitale generale Hossein Rahimi ha smentito nuovamente che la ragazza sia stata picchiata e che la sua morte è «uno sfortunato incidente».

Una smentita che non sarebbe bastata al capo della "polizia morale" di Teheran, il colonnello Ahmed Mirzaei, sarebbe stato sospeso dall'incarico. Lo riporta il Guardian che cita «autorevoli testate giornalistiche iraniane». La polizia di Teheran ha negato che Mirzaei sia stato sospeso.

Rahimi aveva denunciato «accuse disoneste» contro gli agenti dopo la morte della ragazza, che - ha confermato - era stata fermata per il suo modo di vestire, ma «non ci sono state contestazioni o resistenza durante il trasferimento».

 «Secondo altre persone, Amini ha sbattuto contro l'interno del furgone della polizia durante il trasferimento», ha proseguito. «Non c'è stata negligenza da parte della polizia, neanche un piccolo errore - ha sostenuto - Le dichiarazioni sul web sulle cause della morte sono menzogne». L'invito agli iraniani è a «non fare attenzione alle voci». «Le procedure ufficiali e scientifiche richiedono il loro tempo», ha proseguito, dopo che venerdì la polizia iraniana ha affermato che la ragazza ha avuto un infarto, respingendo le accuse di un'aggressione da parte degli agenti stessi.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha chiesto un'indagine. Sabato, giorno della sepoltura della ragazza, la polizia è intervenuta con i lacrimogeni per disperdere una manifestazione. Nel mezzo delle proteste degli ultimi giorni, ha riportato l'agenzia Dpa, diverse donne hanno diffuso sul web video e foto mentre si tagliano i capelli in segno di solidarietà. Partecipa alla protesta anche l'attrice Anahita Hemmati, che ha diffuso un video via Instagram.

© RIPRODUZIONE RISERVATA