Maradona, a sette mesi dalla morte non c'è ancora una verità sulla sua fine

Maradona, a sette mesi dalla morte non c'è ancora una verità sulla sua fine
di Francesco De Luca
Venerdì 23 Luglio 2021, 22:05 - Ultimo agg. 22:06
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Sono trascorsi sette mesi ma non c'è una verità - quale essa sia - sulla morte di Diego Armando Maradona. Mentre a Napoli si consuma l'ennesima querelle tra il Comune e il Calcio Napoli sull'inaugurazione dello Stadio che è stato peraltro già dedicato al Pibe, in Argentina i magistrati non riescono a quadrare il cerchio su quanto accadde il 25 novembre in quello spoglio appartamento del Barrio San Andres a Tigre, e ovviamente prima, perché il nodo della vicenda giudiziaria - sette indagati per omicidio colposo con dolo eventuale, pena punita con il carcere da 8 a 25 anni - è come il Campione sia stato assistito.

Sette mesi e solo tanta confusione, con continui scambi di accuse tra i medici che assistevano Diego e i suoi familiari.

L'ultimo a prendere la parola è stato lo psicologo Carlos Diaz, che ha ammesso di aver conosciuto Maradona quattro giorni prima del suo compleanno, il 26 ottobre, quindi un mese prima del decesso. «Era un paziente complesso per l'abuso di alcol e psicofarmaci. Facemmo una riunione con i colleghi Cosachov e Luque e i suoi familiari perché c'era la necessità di un ricovero per la disintossicazione. Ma alcuni familiari si impegnavano, altri no». E vi è stata la furiosa reazione di Dalma Maradona, sempre pronta ad attaccare sui social. Ma questo non aiuta, questo non serve. Anche perché chi frequentava il clan di Diego sa bene che negli ultimi anni non erano così assidui i rapporti con Dalma e Gianinna, le figlie avute con Claudia Villafane, come adesso le due donne vorrebbero far credere. E Claudia aveva chiesto al tribunale di vietare all'ex marito di avvicinarsi a lei.

La giustizia - i magistrati della procura di San Isidro - deve fare il suo corso ma il mondo vorrebbe finalmente conoscere la verità sul decesso di un personaggio amatissimo. Era davvero ineluttabile il destino di Maradona? O la sciatteria dei medici e del suo clan, coordinato dall'avvocato Matias Morla, lo ha avvicinato alla morte? E, a proposito di Morla, l'avvocato Sebastian Baglietto, indicato come amministratore della successione, conferma di non aver ricevuto tutti i documenti sui beni di Diego per poter procedere alla suddivisione tra gli eredi, da Diego Junior, il figlio napoletano diventato appena allenatore del Napoli United in Eccellenza, a Diego Fernando, il piccolo di 8 anni.

C'è da dire che la relazione della commissione medica selezionata dai magistrati era stata chiara nello scorso maggio, con accuse nette al pool medico: Maradona non è stato adeguatamente assistito, Maradona è stato in agonia per dodici ore, Maradona è stato lasciato morire. Tesi che sono state confutate dagli avvocati del neurochirurgo Luque e degli altri indagati, che hanno cominciato a scaricarsi reciprocamente le responsabilità su questo giallo che non ha ancora la parola fine.

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