Marina Ovsyannikova a Che Tempo Che Fa: «Ho paura per i miei figli e mi sento sola, ma non lascio la Russia»

Marina Ovsyannikova ospite di Fabio Fazio a "Che Tempo Che Fa"
Marina Ovsyannikova ospite di Fabio Fazio a "Che Tempo Che Fa"
Domenica 27 Marzo 2022, 20:37 - Ultimo agg. 28 Marzo, 06:48
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La giornalista russa Marina Ovsyannikova è stata ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa su Rai 3. Ovsyannikova, che si è pubblicamente opposta all’invasione russa dell’Ucraina irrompendo lo scorso 14 marzo nello studio del telegiornale serale di Canale Uno – principale emittente russa – e mostrando un cartello di protesta, rischia una pena di 15 anni di carcere. 

 

Marina Ovsyannikova a "Che Tempo Che Fa": «I russi sono contro la guerra»

Marina Ovsyannikova esordisce così, con Fazio che le chiede cosa l'ha spinta a compiere quel gesto: «Quando è iniziata la guerra, sin dal primo giorno, avevo deciso di licenziarmi da Primo Canale perché ho capito che i miei punti di vista non coincidevano con quelli del giornale.

Volevo andare a protestare, ma ho capito che era impossibile. Così è nata l'idea di fare una cosa diversa, una manifestazione davanti a tutto il mondo, perché la gente russa è contro la guerra. Così ho comprato i pennarelli e ho fatto questo cartellone in inglese per farlo vedere agli spettatori occidentali».

Su cosa sanno i russi di quello che accade in Ucraina, la giornalista racconta: «La informazioni in Russia sono ridotte, i media di opposizione sono chiusi, così come i social. I russi non hanno gli strumenti per avere informazioni su quello che succede in Ucraina».

«Secondo le ultime indagini sociologiche il 50% della popolazione russa sostiene questa guerra e il 50% è contro, e queste sono delle indagini indipendenti. Ma se vediamo le indagini fatte dai centri nazionali il quadro è diverso e si parla del 70% a favore di questo intervento, ma dobbiamo ricordare che sono persone che hanno ricevuto il lavaggio cervello dalla propaganda nazionale».

«Adesso dalla mattina alla sera abbiamo degli show politici dove si parla male dell'Ucraina e dove si dice che questo paese deve scomparire - ha aggiunto -. Le persone sono "'zombizzate" da questa propaganda».

«Fino all'ultimo non potevo credere che ci sarebbe potuta essere questa guerra fratricida. Quando la Russia è entrata nel territorio ucraino il 24 febbraio, per me è stato uno choc, non riuscivo a dormire o a mangiare, nessun russo riusciva a immaginare cosa stesse accadendo».

«Quando si parlava dell'esercito lungo le frontiere ucraine - ha ricordato - si pensava alla contrapposizione della Russia all'occidente, a una manifestazione di forza per chiedere qualcosa alla Nato. Quando queste azioni si sono trasformate in azioni militari e abbiamo capito che non si limitavano a Lugansk e Donetsk arrivando addirittura fino a Leopoli, siamo arrivati al confine tra il bene e il male, un terribile sogno».

Marina Ovsyannikova prosegue: «La mia vita sembra un thriller, non so cosa succederà domani. Mi accusano di essere una spia britannica. La mia figura è avvolta da varie teorie di cospirazione. Non so niente, vivo alla giornata e forse è meglio». 

 

«Ho paura e mi sento sola»

«Paura? Certo ho paura. Sono una persona normale, un'abitante di Mosca, ho due figli che tiro su da sola. Possiamo dire che ho più paura per loro che per me stessa. Ho paura che troveranno un'aggressione verso di loro a scuola, o verranno bullizzati. Mi hanno bucato le ruote della macchina e il giorno dopo non si metteva in moto. Penso sia stata una vendetta».

Ovsyannikova non ha nessuna intenzione però di lasciare la Russia: «Non ho mai pensato alla possibilità di emigrare, io sono patriota e mio figlio lo è ancora più di me. Persone come noi servono al nostro paese in un periodo difficile come questo. Ma se tutte le persone ragionevoli lasciano il paese, chi rimarrà? Io voglio pensare al futuro di questo paese».

La giornalista conclude: «Mi sento sola. Dal Primo Canale nessuno mi ha chiamato né scritto. Adesso è vietato citare il mio nome e parlare di quello che è successo. Le notizie sono trasmesse con un minuto di ritardo. Le persone su cui contavo sono scomparse, ma molte persone nuove mi mandano sostegno da tutto il mondo».

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