Medico napoletano salva due bambini dall'attentato di Stoccolma: «Ma non sono un eroe»

Medico napoletano salva due bambini dall'attentato di Stoccolma: «Ma non sono un eroe»
di Marco Perillo
Venerdì 14 Aprile 2017, 11:51 - Ultimo agg. 17:02
2 Minuti di Lettura
Nel tragico attentato terroristico del 7 aprile in pieno centro a Stoccolma, quando un camion guidato da un estremista islamico si è schiantato sulla folla e sui negozi uccidendo 4 civili, emerge la storia di un silenzioso eroe napoletano, il dottor Guglielmo Rufolo di Ravello, affermato chirurgo plastico pluriqualificato a livello mondiale. Ex alunno del Sacro Cuore, nel 2006 si è laureato in Medicina e Chirurgia alla Federico II, ha conseguito la specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva nel 2012 e successivamente un Master Internazionale in Microchirurgia Ricostruttiva. Da qui le numerose esperienze lavorative che lo hanno portato a Parigi, New York, Tokyo, Barcellona, e in tempi più recenti in Norvegia e in Svezia. 

Rufolo di Ravello stava camminando nella zona del Drottninggatan di Stoccolma; era appena uscito dalla metropolitana, quando ha visto diverse persone fuggire nella sua direzione, urlando. A quel punto si accorge del camion a folle velocità: mentre cominciava a fuggire anche lui, ha avvistato - come racconta il sito della Cnn - due bambini di sette anni. Erano soli e smarriti, ed ecco che li ha presi per mano e tirati fuori dal pericolo, trascinandoli in una traversa prima che il camion piombasse su di loro. 
 
 

«Come medico sono abituato a trovarmi in situazioni in cui posso fornire assistenza - ha raccontato Guglielmo -. Ce l'avevo di fronte il camion. La mia soddisfazione è stata di averlo fregato sul tempo e di essere stato più veloce di lui nel salvare le due vittime. Ma io sono una persona normale come tutti quanti. Il mio è stato solo un gesto istintivo, una decisione presa a freddo. L'egoismo di un pazzo terrorista dell'ISIS contro la spontaneitá, la prontezza, la velocitá dell'intuito e l'altruismo di un medico napoletano».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA