Melania gioca a fare Trump: caos alla Casa Bianca

Melania gioca a fare Trump: caos alla Casa Bianca
di Luca Marfé
Mercoledì 14 Novembre 2018, 16:20 - Ultimo agg. 15 Novembre, 10:39
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NEW YORK - O lei o me. Sembra essere questo, in sintesi, il messaggio affatto velato che Melania indirizza non soltanto al marito, ma ad un Paese intero.

Mira Ricardel «non merita l’onore di servire la Casa Bianca».

Numero due della sicurezza nazionale americana, consigliera repubblicana di lungo corso e, adesso, ai ferri corti con la First Lady.

Al punto che già circolano voci che Donald Trump sia ad un passo dal licenziarla.



Melania, dunque, fa breccia di colpo nella politica a stelle e strisce. Da figura discreta e silenziosa, sposa invece lo stile del marito e, attraverso la sua portavoce Stephanie Grisham, emette la sua sentenza di condanna in cui chiede la “testa” della Ricardel.

Un’uscita quanto meno insolita per mezzo di una nota ufficiale di cui nessuno sapeva nulla. Né la responsabile della comunicazione della Casa Bianca Sarah Sanders né lo stesso Trump. Non esattamente un fulmine a ciel sereno, considerato che solo poche settimane fa Melania aveva dichiarato di non fidarsi di alcuni volti della Washington istituzionale, ma comunque l’ennesimo incredibile colpo di scena di una presidenza che assomiglia ogni giorno un po’ di più ad una serie televisiva.

Le ragioni della rottura?

Alla base dei dissapori tra le due, pare che ci sia il recente viaggio in Africa della First Lady. In particolare, la Ricardel si sarebbe messa di traverso riguardo a spese giudicate eccessive messe a budget della Difesa e, più in generale, in merito a un impiego ritenuto esagerato di risorse umane e di mezzi.

Considerati i toni improvvisamente alti della vicenda, però, il guanto di sfida potrebbe essere stato un grosso azzardo.





Di questa “nuova” Melania sorprendono due cose.

La prima è che, da compagna posata, finisce con il “trumpizzarsi” anche lei.

La seconda è infine la volontà di incidere su delle scelte per cui nessuno l’ha mai votata.

Mettere bocca su volti e questioni legate alla sicurezza nazionale, infatti, non è di certo il suo compito. Un precedente addirittura grave in un’amministrazione in cui tuttavia, si sa, gli schemi sono saltati sin dal giorno dell’insediamento.

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