Michelle Obama, duro attacco a Trump: «Con lui solo caos». E lui replica: «Torna a sederti e guarda»

Michelle Obama, duro attacco a Trump: «Con lui solo caos, è il presidente sbagliato per il Paese»
Michelle Obama, duro attacco a Trump: «Con lui solo caos, è il presidente sbagliato per il Paese»
Martedì 18 Agosto 2020, 10:38 - Ultimo agg. 14:38
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Donald Trump è «il presidente sbagliato per il nostro Paese», con lui alla Casa Bianca «abbiamo caos, divisioni ed una totale e assoluta mancanza di empatia». Michelle Obama, 'star' del primo giorno della convention dei democratici a Milwakee, sferra un attacco durissimo contro il presidente in un discorso in videocollegamento, nel quale fa appello agli elettori perché votino per Joe Biden: «Se abbiamo qualche speranza di mettere fine al caos, dobbiamo votare per lui».

Mai una ex first lady aveva criticato così aspramente e direttamente un candidato che non sosteneva, mettendolo sotto accusa per la gestione della pandemia, dell'economia, delle proteste razziali. E avvisa: «se pensate che le cose non possono peggiorare, credetemi, non è vero, a meno che non facciamo un cambiamento in queste elezioni. Se abbiamo una speranza di finire questo caos, dobbiamo fare il possibile per votare Joe Biden». Donald Trump non ha mandato giù l'intervento e ha replicato duramente. Il tycoon si vanta dei suoi successi prima di di darle un consiglio stizzito: «Torna a sederti e guarda».


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Michelle aveva lodato il carattere e la competenza di Biden, in un ritratto intimo: «conosco Joe. È stato un magnifico vicepresidente. Sa cosa serve per salvare l'economia, battere la pandemia e guidare il paese. È un uomo profondamente perbene, che sa ascoltare, che dirà la verità e che crede nella scienza», ossia l'opposto di Trump. Michelle ha lanciato anche un appello a votare in qualunque modo, anticipatamente, per posta o di persona, denunciando che «stanno facendo tutto per ostacolare il voto», un riferimento al sabotaggio delle poste da parte del tycoon. Anche la seconda stella della serata, il senatore socialista Bernie Sanders, l'ultimo rivale di Biden a ritirarsi dalla corsa, ha lanciato un attacco feroce a Trump: «è come Nerone che suonava mentre Roma bruciava. Lui invece gioca a golf durante la pandemia».

«Questa elezione - ha ammonito - è la più importante nella storia moderna del nostro Paese. In risposta ad una serie di crisi senza precedenti, serve una risposta senza precedenti, un movimento, come mai prima, di gente preparata a resistere e a combattere per la democrazia e la moralità, e contro l'avidità, l'oligarchia e l'autoritarismo». Ma il suo messaggio principale, soprattutto alla sua base progressista che nel 2016 in parte non sostenne Hillary Clinton, è quello dell'unità per sconfiggere Trump «perchè è in gioco il futuro della nostra democrazia». Tanto che lui stesso si impegna a lavorare «anche con i moderati e con i conservatorì» per allargare la tenda dem. Come l'ex governatore repubblicano dell'Ohio ed ex candidato presidenziale John Kasich, un critico di Trump che annuncia il suo sostegno a Biden nonostante alcune differenze, aprendo la strada anche per altri militanti del Grand Old Party.

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Ma la scelta di farlo parlare alla convention irrita la deputata progressista Alexandria Ocasio-Cortez, giovane star del partito che parlerà stasera dopo aver creato la prima polemica della convention: «possiamo costruire ponti ma non perdere di vista i nostri valori. È importante ricordare che Kasich è un antiabortista». Anche il tycoon se la prende con l'ex rivale: «era un perdente come repubblicano e lo sarà come democratico». Nella carrellata dei video si alternano il governatore di New York Andrew Cuomo, la sua collega del Michigan Gretchen Whitmer, la senatrice Amy Klobuchar, tutti a invocare l'unità contro il trumpismo. E vari americani comuni alle prese con la pandemia e la crisi economica, trasformati in testimonial dello slogan della prima serata, «We people».

Tra loro Kristin Urquiza, che ha perso il padre per il coronavirus e che ha accusato la malagestione di Trump per la sua morte: «si fidava di lui e se n'è pentito». Toccanti pue le parole del fratello di George Floyd, l'afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis, che ha chiesto un momento di silenzio per ricordare lui e le altre vittime perse «a causa dell'odio e dell'ingiustizia». Ma nel complesso la convention virtuale, nonostante i tanti video e gli stacchi musicali, è apparsa noiosa, con poco ritmo e scarsa energia: si sente la mancanza della folla e delle coreografie di rito.
 
 

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