Myanmar, 59 morti nelle manifestazioni: per l'Onu bilancio «straziante». Udienza Suu Kyi rinviata per mancanza internet

Birmania, 59 morti nelle manifestazioni. Udienza Suu Kyi rinviata per mancanza internet
Birmania, 59 morti nelle manifestazioni. Udienza Suu Kyi rinviata per mancanza internet
Lunedì 15 Marzo 2021, 10:44 - Ultimo agg. 18:12
5 Minuti di Lettura

In Birmania continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime della repressione in atto ad opera delle forze di sicurezza durante le manifestazioni e proteste di massa scatenate dal golpe militare nel paese: secondo Aapp, associazione di assistenza ai detenuti politici in Birmania, i morti sarebbero stati 38. Ma i dati forniti da tre ospedali del paese, Rangún General, Hlaing Tharyar e Thingangyun Sanpya - e citati da "Myanmar Now" - parlano di almeno 59 vittime mortali nelle proteste di ieri e di 129 feriti solo nella capitale. Per il Regno Unito e l'Onu, la giornata di ieri è stata «spaventosa» e «straziante». L'inviata speciale delle Nazioni Unite in Birmania, Christine Schraner Burgener, ha condannato «con forza» il «continuo spargimento di sangue» domenica «mentre l'esercito sfida gli appelli internazionali».

La suora eroica che ha fermato la polizia in Myanmar: «se volete uccidere la gente, prima uccidete me»

 

«La continua brutalità, anche contro il personale medico e la distruzione delle infrastrutture pubbliche, mina seriamente qualsiasi prospettiva di pace e stabilità», ha avvertito la rappresentante dell'Onu.

L'inviata ha anche spiegato, attraverso una dichiarazione, di aver sentito personalmente dai suoi contatti nel paese asiatico «resoconti strazianti di omicidi, maltrattamenti dei manifestanti e torture di prigionieri durante il fine settimana». Secondo Schraner Burgener, l'esercito al potere ignora gli appelli alla «moderazione, al dialogo e al pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali», compreso quello del Consiglio di sicurezza. 

In tale contesto, ha invitato la comunità internazionale, compresi gli attori regionali, ad essere «solidale con il popolo birmano e le sue aspirazioni democratiche», confidando nel contempo negli sforzi dei leader regionali e dei membri del Consiglio di sicurezza per «calmare la situazione». Il bilancio più grave ieri - riporta il Guardian - si è avuto in due zone industriali di Yangon - Hlaing Tharyar e Shwepyitha - dove sarebbero stati uccisi almeno 22 manifestanti.

Uccisa Kyal Sin, il regime in Birmania elimina l'«angelo» delle proteste

Udienza Aung San Suu Kyi rinviata

Oggi intanto sarebbe dovuta comparire virtualmente in tribunale Aung San Suu Kyi chiamata a rispondere di diversi capi di accusa, dal possesso di walkie-talkie non autorizzati alla violazione delle restrizioni anti-Coronavirus e delle norme sulle telecomunicazioni al tentativo di provocare disordini pubblici. Ma la terza udienza in teleconferenza del processo contro la leader è stata rinviata alla settimana prossima a causa di problemi tecnici con la connessione Internet. Lo ha annunciato l'avvocato del premio Nobel per la Pace. Nel Paese la connessione Internet via telefonia mobile è stata interrotta nelle ultime ore, mentre quella via cavo funziona a singhiozzo. 

Myanmar, San Suu Kyi a processo riappare in video: «Sta bene». Ieri 18 morti nelle proteste

Il messaggio del Parlamento "ombra"

La Birmania tra attraversando «il suo momento più oscuro» e la protesta contro il colpo di Stato, vicina alla settima settimana, deve continuare all'insegna dell'unità: è l'appello di una sorta di Parlamento "ombra" formato da deputati legittimamente eletti prima della presa del potere da parte dei militari. La giunta ha più volte giustificato la sua presa di potere adducendo una diffusa frode elettorale nelle elezioni di novembre, che il partito della Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi aveva spazzato via in maniera schiacciante. In risposta, un gruppo di parlamentari eletti, molti dei quali ora in clandestinità, aveva formato un «parlamento» ombra chiamato Comitato rappresentativo del blocco di governo (CRPH). Mentre i manifestanti anti-golpe sfidavano con manifestazioni notturne il coprifuoco nazionale in vigore dalle 20, il vicepresidente ad interim del CRPH ha invitato a continuare a protestare contro la «dittatura ingiusta» dei militari. «Questo è il momento più buio della nazione e la luce prima dell'alba è vicina», ha detto Mahn Win Khaing Than in un video registrato pubblicato sulla pagina Facebook del CRPH sabato sera. «Questo è anche un momento che mette alla prova i nostri cittadini per vedere fino a che punto possiamo resistere a questi tempi bui», ha aggiunto.

Than, un alto dirigente della NLD, è stato portavoce della Camera durante la precedente amministrazione di Suu Kyi. Insieme alla storica leader, era stato posto agli arresti domiciliari durante la presa di potere del 1 febbraio. Quella di ieri è stata la sua prima apparizione in qualità di vice presidente in carica del CRPH, e ha fatto eco alle richieste del movimento anti-golpe per una «democrazia federale» - che consentirebbe ai gruppi di minoranze etniche di avere un ruolo nel governo del Myanmar. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA