Trump sbarca in India,
l'abbraccio col premier Modi

Trump sbarca in India, l'abbraccio col premier Modi
di Luca Marfé
Lunedì 24 Febbraio 2020, 17:57 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 10:49
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L’abbraccio del premier Modi, il ruggito di un intero stadio, il benvenuto di 7 milioni di persone: Donald Trump è arrivato in India.

36 ore di visita di Stato e una stretta tra i due che sa di alleanza, di amicizia vera.



Il presidente americano ha twittato in hindi ancora a bordo dell’Air Force One, il primo ministro indiano gli ha risposto con un «Benvenuto» che sa di Storia.

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Un lungo comizio a due, con Modi che quasi striglia il suo popolo, esortandolo a osannare «la persona più conosciuta del pianeta», «l’uomo che non ha bisogno di presentazioni».

Immediata e suggestiva la tappa presso l’Ashram (il monastero, ndr) che è stato la casa del Mahatma Gandhi per più di dieci anni e al limite dell’incredibile le immagini sue e di Melania a piedi scalzi e con il collo fasciato da una preziosissima stola di seta locale. A nascondere, verrebbe da scrivere “fortunatamente”, l’orribile e smisurata cravatta gialla del tycoon.



Dalla quiete surreale del tempio, al caos più che reale dell’arena.

Il raduno «Namasté Trump» è un colossale omaggio che Modi offre al suo ospite, srotolando il tappeto rosso delle grandi occasioni nella riverenza e nella speranza di rafforzare un laccio evidentemente strategico.



L’India, infatti, è sì un gigante, ma resta alle prese con mille problemi, tra cui un’economia che prometteva miracoli “cinesi” o addirittura maggiori e che invece si è fermata, un quadro igienico-sanitario drammatico e già da tempo al collasso, una resistenza politica interna feroce e riesplosa proprio in queste ore per le strade di una Nuova Delhi scossa e rotta.

Gli Stati Uniti, dal canto loro, sono una superpotenza.

Tutt’altro che un dettaglio, quando c’è da stringere mani e firmare accordi.

Trump vuole un patto sul commercio, si vanta a scena aperta delle migliori armi del mondo e dei suoi clienti indiani, rivendica infine collaborazione e ruolo nella lotta al terrorismo di matrice islamica.

Fianco a fianco, insomma.

Al punto che i media si divertono ad etichettare Modi come il «Trump indiano».
Ma questa è una pratica già vista, quasi inflazionata da ogni incontro di successo (è stato scritto anche di Boris Johnson prima della frattura sul fronte 5G, ndr).

Incassato il boato della folla, torna il silenzio, questa volta lungo i viali del Tāj Maḥal, il mausoleo di Agra tirato a lucido e vestito di fiori come forse non mai.




Al séguito della delegazione statunitense, anche Ivanka e Jared Kushner.

La scena, però, è tutta di Melania che, avvolta in un abito bianco che sa di incanto, sorride, dispensa «namasté» con fare etereo e mozza il fiato del mondo intero.

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